Con Athletica Vaticana dagli Europei in Belgio di ieri ai mondiali di ciclismo in Svizzera il 29 settembre
di Giampaolo Mattei
Rien Schuurhuis ha appena finito di pedalare, ieri sera, sul percorso degli Europei, sulle strade storiche delle Fiandre, che già punta al nuovo traguardo: i Mondiali che si svolgeranno a Zurigo domenica 29 settembre. Con Athletica Vaticana impegnata, sabato 28, anche in una “gara di solidarietà e inclusione” con coloro che vivono per strada – poveri, tossicodipendenti, prostitute – e fanno riferimento alla comunità “Incontro” fondata da suor Arianne.
Zurigo sarà una nuova tappa della preghiera sportiva per la pace in Europa che Athletica Vaticana sta proponendo, in particolare nelle manifestazioni internazionali, fin dall’inizio della guerra in Ucraina. Nella consapevolezza che, come suggerisce Papa Francesco, lo sport può essere esperienza di fraternità, proprio per il suo linguaggio popolare, e anche originale canale diplomatico.
Per gli Europei in Belgio la preghiera per la pace è stata rilanciata durante la celebrazione della messa ad Hasselt, sabato sera 14 settembre, con il vescovo Patrick Hoogmartens. Significativo l’incontro di Athletica Vaticana con la comunità cattolica della città fiamminga: in modo particolare con le persone più fragili che vivono in povertà o con disabilità. E ai Campionati europei una gara è stata proprio riservata a atlete e atleti con disabilità intellettiva e relazionale, nell’ambito di Special Olympics.
Parlando della corsa vera e propria, la vittoria è andata al belga Tim Merlier (31 anni) che, praticamente ha corso “a casa”. Appena tagliato il traguardo è andato verso “il trofeo più prezioso”: il figlio Jules e la moglie Cameron (ex ciclista e figlia di Frank Vandenbroucke, fortissimo corridore morto nel 2009 ad appena 35 anni).
Merlier – che ha preceduto in volata l’olandese Olav Kooij e, a sorpresa, l’estone Madis Mihkels – ha percorso gli oltre 222 chilometri della gara (con alcuni tratti in pavè) in 4h37’09” a una media velocissima, superiore a 48km chilometri orari. Schuurhuis è partito in testa e ha tenuto le ruote dei migliori fino a quando, a circa 60 chilometri dal traguardo, sono entrati in scena i due ciclisti più forti: l’olandese Mathieu Van der Poel, campione del mondo, e il danese Mads Pedersen. “La gara è iniziata subito molto veloce e, se anche le mie gambe giravano bene, ho capito che, visto anche il tipo di percorso, sarebbe stato difficile entrare in una fuga”.
Già al via, infatti, “Francia, Olanda, Belgio, Italia e Danimarca hanno subito schierato tutta la squadra, compatta, nelle prime posizioni del gruppo” racconta. “Soprattutto nei tratti di pavè era molto complicato farsi strada per chi, come me, non aveva il sostegno di compagni di squadra”. Ma, in realtà, Schuurhuis lo ha avuto questo sostegno di squadra: “Lo stile di Athletica Vaticana è quello di una fraterna comunità sportiva. Non mancano mai i consigli di Valerio e Emiliano prima e dopo la gara. E lungo il percorso Simone e Rino – due compagni di squadra, meglio: due amici! – erano sempre pronti per passarmi i rifornimenti e le borracce di acqua fresca e per un incitamento urlato con il cuore. Poi vedere mia moglie e i miei due figli mi ha dato una carica straordinaria”.
Come già nelle due edizioni dei Mondiali alle quali ha preso parte – in Australia nel 2022 e in Scozia nel 2023 – Schuurhuis è stato uno dei ciclisti con più tifosi: proprio agli ultimi Mondiali è risultato al secondo posto tra i corridori più popolari dopo il vincitore Van der Poel e davanti a Tadej Pogačar. “Sì, sicuramente la gente riconosce la maglietta biancogialla – confida – e ha sempre un parola di simpatia e un applauso in più e poi tutti apprezzano lo stile di Athletica Vaticana che subito abbraccia chi ci accoglie e incontra le realtà più povere: credo che questa fraternità sportiva sia l’anima che il mondo del ciclismo si aspetta dalla squadra del Papa”. Proprio questo “stile di amicizia e semplicità” è stato incoraggiato ieri da David Lappartient, presidente dell’Unione ciclistica internazionale, e da Enrico Della Casa, presidente dell’Unione ciclistica europea. Di queste due istituzioni Athletica Vaticana fa parte da settembre 2021.
Rilancia Schuurhuis: “In Belgio il ciclismo è lo sport numero uno, persino più popolare del calcio, e su tutte le strade il tifo è sempre trasversale: se i più forti ricevono tanto sostegno, chi corre nelle retrovie del gruppo, faticando tantissimo, ne riceve persino di più. Se valesse anche nel sociale, nella vita di tutti i giorni…”. Ecco il senso stesso del ciclismo, sport di popolo.