In un’intervista al Tg2000, il telegiornale dell’emittente della CEI, il cardinale ha rilasciato le sue dichiarazioni appena rientrato in Italia come inviato papale a Pechino. “C’è stato un impegno da parte di Pechino? Tutti devono spingere nella stessa direzione che deve essere quella di trovare la chiave di una pace giusta e sicura”
Vatican News
Dalla sua missione a Pechino, iniziata mercoledì scorso, il cardinale Matteo Zuppi è rientrato in Italia quest’oggi, 15 settembre, in tempo per dirigersi direttamente a Palermo, via Istanbul, dove ha presieduto la Messa per il trentennale del martirio del Beato Puglisi. Le sue prime dichiarazioni sulle giornate in Cina sono state raccolte da Tg2000: “C’è stata una grande attenzione da parte del governo cinese”.
Trovare una chiave di pace giusta e sicura
Zuppi parla di “una discussione franca con l’inviato per l’Ucraina, con un importante scambio di vedute anche di prospettive per il futuro”, e aggiunge che “tutti devono spingere nella stessa direzione che deve essere quella di trovare la chiave di una pace giusta e sicura”. L’apertura del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov a parlare e incontrare l’inviato del Papa per la pace in Ucraina è, sottolinea il cardinale Zuppi all’emittente della CEI, “importante perché la pace si fa dialogando e trovando gli spazi possibili e necessari. È sicuramente una dichiarazione positiva e va nella direzione auspicata da Papa Francesco”.
Per la pace devono giocare tutti
Sul fronte diplomatico per la pace, conclude il cardinale Zuppi, “la palla non è solo nel campo ucraino. Devono giocare tutti. L’Ucraina ha già giocato e ha presentato anche le sue proposte. In realtà per la pace devono giocare tutti quanti”.
Oggi, incontrando a Sochi il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, Putin ha affermato che la Russia “non ha mai rifiutato negoziati sull’Ucraina, se la controparte li vuole, che lo dica”, riferisce la Tass. Alla precedente visita, tra il 28 e il 30 giugno scorsi, Zuppi aveva incontrato due volte il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, quindi Maria Llova-Belova, commissaria russa per i diritti dell’infanzia (sul problema dei bambini ucraini deportati in Russia) e infine il patriarca di Mosca Kirill.