Il presidente dei vescovi italiani celebra la Messa che conclude e suggella le cinque giornate del Villaggio della Terra, l’iniziativa organizzata a Roma in occasione della Giornata mondiale della Terra. L’auspicio del porporato è che cresca anche l’impegno per la pace e la giustizia
Massimiliano Menichetti – Città del Vaticano
Dopo cinque giorni intensi, l’esperienza del Villaggio della Terra, che si è svolta a Roma, a Villa Borghese – promossa dal Movimento dei Focolari in mediapartnership con Radio Vaticana – Vatican News – chiude con la speranza di aver fatto maturare nei visitatori una maggiore sensibilità verso la necessità di un impegno corale per la tutela della casa comune e delle relazioni. A celebrare la Messa conclusiva, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana:
Il Papa nelle encicliche Laudato Si’ e Fratelli tutti mostra come tutto sia connesso. Anche qui dal Villaggio per la Terra questo si vede…
Certo, il Villaggio della Terra, ma possiamo anche dire “il Villaggio che è la Terra”. Un tempo si usava di più questa espressione, prima della globalizzazione: il Villaggio del mondo. Poi abbiamo pensato di nuovo di avere dei mondi separati, in realtà è uno solo, come diceva Paolo VI, “è l’unica stanza del mondo”, un unico villaggio dove però c’è un solo problema: che dobbiamo imparare a vivere insieme. Questo è quello che Papa Francesco, in quel bellissimo abbecedario che è la Fratelli tutti, ha provato a indicare e ad insegnare.
Vivere insieme è anche operatività comune, vediamo tante persone che operano proprio nella costruzione del bene, ma, e questo non ci deve spaventare, sembra che a volte il bene arretri di fronte alle difficoltà; non è così, in questo caso…
Tendenzialmente ci dovrebbe spaventare il contrario, cioè dovremmo essere molto preoccupati che quando stiamo insieme operiamo in modo conflittuale. Quando stiamo assieme, con i nazionalismi, con le armi, pensiamo di sopprimere gli altri e di poter vivere senza gli altri. Credo che sia una grande grammatica questa e lo dimostra anche vedere fisicamente questo villaggio, che unisce tante realtà diverse, che unisce tanti mondi diversi. C’è una grande speranza: che Fratelli tutti non è un’utopia, ma è l’unica via per vivere e sopravvivere.
La Santa Messa nella tenda della Pace chiude questo evento. Qual è la sfida che si lancia per gli anni a venire, che si lancia da qui, dal Villaggio per la Terra?
È la pace e pace vuol dire anche giustizia, pace vuol dire anche ambiente. Non ci può essere pace senza giustizia, ma non ci può essere pace senza tutela dell’ambiente, perché il primo frutto della pace è rispettare la stanza in cui viviamo. Credo che questi cinque giorni abbiano aiutato tanto a capire l’importanza di questo, di questo passo decisivo. Da questo sono certo che nascerà e si confermerà tanto l’impegno per la pace, per la giustizia e per l’ambiente.
Come si riconosce il volto dell’uomo? Come si fa? A volte alcuni non lo riconoscono…
Vedendo nell’altro il mio volto. È l’unico modo. Quando Gesù dice che l’altro è il tuo prossimo, vuol dire che capisci che l’altro è un pezzo di te, sapere conoscere, oppure, se vogliamo, saper riconoscere nell’altro un pezzo dell’immagine di Dio, questo cambia tutto.