Voci di leader mondiali sulla “fratellanza umana” promossa da Papa Francesco

Vatican News

Felipe Herrera-Espaliat – inviato ad Abu Dhabi

L’impegno per la pace e lo sviluppo armonioso dei popoli non si ferma nonostante una nuova guerra stia infuriando nel mondo. Mentre le tensioni tra Russia e Ucraina sono già degenerate in una guerra, ad Abu Dhabi verrà assegnato, nei prossimi giorni, il Premio Zayed 2022 alla Fondazione Fokal di Haiti e al re e alla regina di Giordania come riconoscimento dei loro sforzi per promuovere la fratellanza umana. Un premio istituito a partire proprio dal Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune, firmato il 4 febbraio 2019 da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed Al-Tayeb, leader di spicco dell’Islam sunnita.

La testimonianza dell’ex presidente della Colombia

Nello scenario attuale, i valori promossi dal Documento dimostrano tutta la loro attualità, e lo sanno bene coloro che hanno dedicato la loro vita alla pacificazione di nazioni che hanno affrontato gravi conflitti armati e una profonda divisione. L’ex presidente colombiano Juan Manuel Santos dice che c’è un urgente bisogno di promuovere “l’empatia per capire e accettare coloro che consideriamo diversi, la compassione per mostrare solidarietà con i più deboli e ottenere più giustizia, e accettare che siamo tutti una razza, la razza umana, e viviamo tutti sulla stessa casa, il pianeta terra”. Nonostante sia stato criticato da alcuni settori, il politico ed economista ha negoziato la fine della guerriglia che ha devastato il suo Paese per più di mezzo secolo e ha raggiunto un accordo che non solo è stato esaltato con il premio Nobel per la pace 2016, ma anche celebrato da Papa Francesco nel suo viaggio apostolico in quella terra l’anno successivo.

L’attivista liberiana: essenziale il rispetto e il dialogo con tutti

Dal suo impegno come attivista di pace che ha contribuito alla fine della guerra in Liberia nel 2003, Leymah Gbowee aggiunge la dimensione del rispetto come essenziale per vivere la fraternità umana. “Credo che se rispettiamo la vita, la cultura delle persone, la loro religione, il loro modo di vivere, la loro ideologia politica, siamo sulla strada giusta”. Questo è ciò che ha vissuto durante i 13 anni di conflitto armato. Quando i negoziati tra le parti erano diventati sterili, ha incoraggiato le donne cristiane e musulmane ad attuare azioni di protesta non violenta, incontri di preghiera e, soprattutto, a sedersi e a parlare. In questo modo ha compreso la fecondità del dialogo, che è un altro dei valori che considera fondamentali. “Quando non capisci perché fanno quello che fanno, devi cercare il dialogo per chiarirlo”, specifica con la sicurezza di un’esperienza che le è valsa il premio Nobel per la pace nel 2011.

La fratellanza umana oltrepassa qualsiasi differenza

Un’altra persona che ha rotto il ciclo dell’odio e del risentimento e ad Abu Dhabi è membro della giuria del Premio Zayed 2022, è l’americana Leah Pisar, che come presidente dell’Aladdin Project combatte l’antisemitismo e tutte le forme di estremismo. Figlia di un sopravvissuto di Auschwitz, ha imparato dalla testimonianza e dalla resilienza di suo padre che i nemici non sono qualcosa che può essere ereditato. Per lei, “la fratellanza umana è un principio assolutamente universale che trascende la religione e supera qualsiasi tipo di differenza. È così importante e così vitale, soprattutto oggi che purtroppo il mondo sta esplodendo in vari luoghi, penso che sia ancora più centrale. A volte, quando stiamo attraversando delle difficoltà, dobbiamo non perdere di vista ciò che conta di più, e direi che questa è la fratellanza umana”.

La partecipazione del popolo al superamento dei conflitti

Il Documento firmato da Francesco e dal Grande Imam afferma che “la fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello che deve sostenere e amare”. Il credente, si sostiene, è chiamato a esprimere questa fratellanza proteggendo la creazione e aiutando tutti gli uomini, specialmente i più bisognosi. C’è una comune dignità di tutti gli uomini e le donne della terra che devono poter costruire il loro destino. Questo è qualcosa che Juan Manuel Santos e Leymah Gbowee hanno reso evidente nella loro ricerca di soluzioni praticabili e concrete per la pace. “Le vittime del conflitto armato nel mio Paese, la Colombia, – racconta il primo – dopo mezzo secolo di sofferenza per ogni tipo di atrocità, sono state le più entusiaste e generose quando è arrivato il momento di accettare una giustizia speciale per porre fine alla guerra, che ha dato loro dei benefici e in molti casi ha perdonato i colpevoli in cambio della verità. L’hanno fatto – continua l’ex presidente Santos – ‘affinché altri non soffrano quello che abbiamo sofferto noi’, mi hanno detto in quella che per me e per molti è stata una bella lezione di vita”. Gbowee ricorda che, come espressione della fratellanza umana, le donne cristiane e musulmane in Liberia “hanno usato le nostre differenze, le nostre diverse forze come comunità per portare la pace in una nazione che era lacerata dalla guerra”. L’inclusione e il dialogo erano la chiave, qualcosa che lei dice essere praticato oggi anche dalle donne in Congo, Yemen e Siria.

Incoraggiare i leader mondiali alla cultura dell’incontro

Ma così come i cittadini hanno molto da dire e ruoli essenziali da svolgere, i leader delle nazioni sono coloro a cui spetta prendere delle decisioni, ed è a loro che si rivolge il Documento sulla Fratellanza Umana. È un compito difficile, quando gli interessi particolari e la vertigine della vita politica non lasciano spazio a una riflessione che favorisca la cultura dell’incontro e del dialogo. Per Leah Pisar, è quindi necessario tenere alta l’attenzione su questo. “Più ne parliamo in tutto il mondo, a livello locale, nelle comunità, a livello nazionale e internazionale, più la gente ricorderà quanto è importante, e più si aspetterà che i loro leader ne tengano conto nel loro pensiero e nella loro leadership”, dice l’ex consigliere per la comunicazione del presidente Bill Clinton negli Stati Uniti.

Una soluzione è sempre possibile

Juan Manuel Santos afferma: “Firmare la pace con il più antico e potente gruppo di guerriglieri dell’emisfero occidentale dopo 50 anni di guerra, che molti consideravano impossibile, ha dimostrato che ogni conflitto ha una soluzione se siamo capaci di metterci nei panni dei nostri avversari e riconoscere che siamo tutti esseri umani. Vivere in un ambiente di pace, per quanto imperfetto – sottolinea – è sempre meglio che vivere in guerra o in un conflitto permanente”. Leymah Gbowee dichiara, da parte sua, che tutti dovrebbero conoscere l’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco: dai leader mondiali ai bambini. “Ovunque io vada dico a tutti che devono leggerla. Per me è una tabella di marcia per la pace nel mondo, per la giustizia e per l’umanità proprio come il Documento sulla Fratellanza Umana”, conclude con entusiasmo il premio Nobel liberiano.