Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Sulle strade polverose della Galilea e della Palestina, asciugando le lacrime del piccolo Joshua e della madre Rebecca, consolata dalle beatitudini del Discorso della Montagna, sentendo suoni e sapori delle nozze di Cana, incrociando lo sguardo di Zaccheo nel ventre verde di un sicomoro, sorridendo insieme a Gesù che trova la bisaccia preparata dalla mamma per l’inizio della vita pubblica. Emozione e commozione, date dalla forza della parola scritta e dal suono della musica, hanno scandito la presentazione di oggi pomeriggio all’Università Lumsa di Roma di Vita di Gesù (Piemme), il nuovo libro del direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli. Un volume, con il commento di Papa Francesco, frutto di un’ampia tradizione bibliografica ma soprattutto della fervida inventiva dell’autore, che ripercorre i 33 anni del Figlio di Dio e gli incontri, reali o immaginari, con tanti personaggi dei Vangeli ai quali viene dato un volto e un nome.
Incontro
Al folto uditorio nell’Aula Giubileo dell’Ateneo a pochi passi da San Pietro (presenti vescovi e cardinali e il rettore Francesco Bonini), è sembrato di toccarli questi personaggi, di guardarli negli occhi e dialogare per strada con loro, grazie alla prosa fluida e romanzata di Tornielli, della quale è stato restituito un assaggio attraverso la lettura di due brani con la voce di Alessandro De Carolis, tra le più belle della Radio Vaticana.
Il suono del Violino del Mare
A far da contrappunto alle parole impresse nella carta e al fascino dell’immaginazione – “punto di forza di questo libro”, come ha detto il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione – il vibrante suono del Violino del Mare realizzato con il legno dei barconi di tanti migranti in fuga dall’Africa. Un legno “impregnato di dolore”, quasi a voler simboleggiare l’altro legno, quello della croce, intriso del sangue di Cristo.
La presentazione nel carcere di Opera
La musica del Violino, con il quale la giovane Lea Sabatini ha eseguito l’Ave Maria di Schubert, è il “regalo” che ha voluto fare all’autore per ricambiarlo della “gentilezza” delle sue pagine (“cosa rara in questo mondo”) Arnoldo Mosca Mondadori, fondatore della onlus Casa dello Spirito e delle Arti, nata nel 2012 a Milano attiva per la promozione sociale e lo sviluppo dei più fragili. “Suoniamo per la bellezza del Vangelo, della vita di Gesù”, ha detto Mondadori che già aveva presentato il libro di Tornielli a Milano lo scorso 29 settembre, insieme all’arcivescovo Mario Delpini, nel carcere di Opera, dove si svolgono tanti progetti della onlus come la produzione di ostie o la realizzazione di strumenti musicali.
“Chi può perdonarmi?”
Alla serata nel penitenziario hanno fatto riferimento sia Mondadori che Tornielli, quest’ultimo per spiegare la scelta di un carcere come luogo della prima presentazione perché “mai in nessun altro posto si vedono scene del Vangelo prendere vita”. Così è stato anche due settimane fa quando a Delpini un detenuto ha posto un quesito straziante: “Avete parlato di perdono, ma io ho un problema: non ho più la persona a cui chiederlo perché l’ho uccisa. Chi può perdonarmi?”. “La persona uccisa è in cielo, chi è in cielo vede le cose con gli occhi di Dio ed è disposto a perdonare”, ha risposto l’arcivescovo. “Tu continua a chiedere perdono con intensità e vedrai come una luce amica, un sorriso, che arriva da un luogo che non riusciamo a immaginare ti dice: sei perdonato”. Un frammento di vita di Gesù, insomma, che rivive ai giorni nostri.
Tolentino: l’importanza della narrazione
L’attualizzazione del messaggio di Cristo è uno dei punti di forza del libro di Tornielli, ha sottolineato Tolentino nel suo apprezzato intervento, preceduto dalla proiezione di uno spezzone di Volti dei Vangeli, il programma ideato dallo stesso Tornielli e da Lucio Brunelli in onda a Pasqua sulla Rai. Per Tolentino, anche letterato, poeta, drammaturgo, “non possiamo affrontare il mistero dell’incarnazione senza ricorrere alla narrazione”. La logica dietro al libro è quella del “raccontare” alla base dei quattro Vangeli; non si è trattato quindi, nel caso del libro, di “ricostruire o meno la vita di Gesù” ma di raccontarlo “con l’aiuto di un piano meta narrativo attraverso le parole meditative di Papa Francesco”, il quale “si avvicina al Vangelo entrando, rivivendolo e rendendolo attuale”.
Elogio dell’immaginazione
“Vita di Gesù entra in quelle che Ricoeur chiamava operazioni di innovazione”, ha affermato ancora il capo Dicastero. “Con questo libro si fa qualcosa di diverso, nella certezza che l’incontro con Gesù è questione di cuore, di sguardi, di commozione che prende fin dalle viscere”. Da parte di Tolentino anche un elogio della immaginazione, quella che Tornielli dichiara nell’introduzione come motore della sua narrazione: “Potrebbe sembrare un punto di debolezza, invece è di forza”. Non più, quindi, l’immaginazione come “pazza della casa” o “crux teologorum”, ma “condizione necessaria per conoscere il reale”. “La coscienza del male e del bene assoluto non può essere raggiunta senza immaginazione”, ha affermato il cardinale, riprendendo le affermazioni del teologo domenicano Timothy Radcliffe per cui: “Il più grande ostacolo al cristianesimo non è il secolarismo ma la povertà simbolica e narrativa”. Da qui l’augurio che questo “libro bello e necessario” possa essere letto da tante persone in modo “da approfondire il rapporto con Gesù, capirlo in una nuova angolazione”.
Augurio
Un altro augurio significativo, citato in sala dalla moderatrice, la giornalista di TV2000 Cristiana Caricato, è quello dell’autore nella dedica del libro al piccolo Joseph, il suo nipotino: “L’augurio che possa incontrare il Protagonista di questo libro e che gli sia donata la grazia di lasciarsi attrarre da Lui”.