Si è concluso il summit tra i leader dell’Unione europea e quelli della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici, che si sono riuniti a Bruxelles il 17 e 18 luglio. Tiziano Breda, ricercatore dell’Istituto Affari Internazionali (IAI): “Il vertice segnala la rinnovata urgenza con la quale l’Unione europea si affaccia all’America Latina, riconoscendone il valore strategico a livello commerciale e a livello di partenariato”
Sofiya Ruda – Città del Vaticano
Il terzo vertice Ue-Celac ha riunito a Bruxelles i leader dei 27 e della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici. Il summit ha rappresentato l’occasione per rafforzare ulteriormente il partenariato tra i due organismi, discutere di come collaborare per realizzare una duplice transizione verde, digitale ed equa e dimostrare un impegno comune a sostenere l’ordine internazionale. Diverse le vedute però sulla guerra in Ucraina: non si è raggiunto infatti un accordo all’unanimità. Nel testo si esprime “profonda preoccupazione” per gli sviluppi del conflitto, ma si tratta di una dichiarazione finale nella quale manca l’adesione del Nicaragua.
L’importanza del vertice
“Il summit è stato simbolicamente importante, perché ha rilanciato il dialogo politico tra i due organismi, dopo che era stato fermo per otto anni”, spiega a Radio Vaticana – Vatican News Tiziano Breda, ricercatore nel programma Istituto Affari Internazionali Attori Globali. “A livello di dichiarazioni finali e di accordi siglati credo che le aspettative forse all’inizio erano più alte – prosegue – soprattutto per quanto riguarda gli accordi commerciali, ma si è visto che c’è ancora molto da lavorare”.
Le posizioni discordanti
Il tema che probabilmente crea più tensioni tra i Paesi riuniti è la questione della guerra in Ucraina per molteplici ragioni, continua l’esperto. “Il Brasile cerca di non condannare apertamente la Russia, perché si vuole riservare uno spazio come mediatore di un possibile processo di negoziazione. Altri Paesi come il Nicaragua – spiega – il Venezuela o Cuba hanno invece delle affinità ideologiche e relazionali con la Russia. Soprattutto nel caso del Nicaragua c’è quasi una dipendenza geopolitica dal Paese, che rende difficile una conversazione su questo tema”. L’opposizione del Nicaragua rappresenta sicuramente una nota negativa per la mancanza di unanimità, ma soprattutto per il Paese stesso, che si è ritrovato ad essere isolato dalla Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici, sottolinea il ricercatore.
Gli interessi comuni
Dopo otto anni di assenza “il vertice segnala la rinnovata urgenza con la quale l’Unione europea si affaccia all’America Latina, riconoscendone il valore strategico a livello commerciale e a livello di partenariato su temi di interesse comune”, continua Breda. Questo dialogo in realtà serve a entrambe le parti. Bruxelles vuole cercare infatti di dare la dovuta attenzione alla regione, conclude, mentre per la Comunità degli Stati latinoamericani l’Ue rappresenta un socio utile ad evitare di essere trascinati nell’attuale contesa internazionale tra grandi potenze.