Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
Un invito alla gentilezza nei riguardi di chi molto più spesso fa le spese dell’indifferenza altrui. A ricordarlo è una scultura del canadese Timothy Schmalz, l’autore fra l’altro della grande scultura degli “Angeli inconsapevoli”, i migranti e rifugiati, benedetta tre anni fa dal Papa in Piazza San Pietro, dov’è collocata di fianco al colonnato di sinistra. Lo stesso stile realistico – e lo stesso materiale, il bronzo – ritornano nell’opera benedetta ieri dal cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Umano, nello spazio antistante chiesa statunitense di St. Mary of the Lake che si trova a Chicago.
Un angelo travestito
“Be Welcoming”, il titolo della statua, ovvero “siate accoglienti”, raffigura a prima vista uno sconosciuto seduto su una panchina con un fagotto sulle spalle. Ma ruotando attorno alla scultura, ecco la sorpresa: lo sconosciuto si rivela essere in realtà un angelo travestito e il fagotto le sue ali. “Spero che questa scultura ci mantenga continuamente attenti su chi sono gli angeli, attenti all’essere noi angeli per gli altri” nello scoprire che Dio “ci manda angeli nei poveri, negli smarriti e nei trascurati”, ha detto il cardinale Czerny, mentre l’artista ha detto che l’opera è ispirata a un passo della Bibbia che ricorda la necessità di mostrare gentilezza e ospitalità verso coloro che si incontrano.
Timothy Schmalz ha trascorso 25 anni scolpendo opere in bronzo di grandi dimensioni che sono state installate in tutto il mondo. La tematica della maggior parte di esse riguarda questioni attuali di giustizia sociale, come la mancanza della casa, i migranti, il traffico di esseri umani. Il potere dell’arte, aveva dichiarato Schmalz in un’intervista a Vatican News all’inizio di quest’anno, è quello di “creare consapevolezza in un modo molto sottile e bello per un’intera società”.