Unicef: prestare attenzione alla salute mentale dei giovani ucraini

Vatican News

Il 73% delle persone di età compresa tra i 14 e i 34 anni dichiara di aver bisogno di un supporto emotivo o psicologico. Ma neanche la metà di loro chiede aiuto. È quanto emerge da una nuova indagine condotta dall’agenzia delle Nazioni Unite tramite la piattaforma digitale U-Report

Luana Foti – Città del Vaticano

A due anni dall’inizio dell’invasione militare russa in territorio ucraino, l’Unicef ha realizzato un’inchiesta sul benessere psico-emotivo degli adolescenti e giovani ucraini. I risultati evidenziano che la guerra sta influendo profondamente sulla loro salute mentale tanto che il 62% di loro dichiara di aver dovuto affrontare pressioni psicologiche o depressione emotiva nelle ultime settimane.

“Dare voce allo stato di salute dei giovani ucraini è fondamentale. In generale noi sappiamo che i bambini affrontano delle sfide enormi a livello psicologico. Ma in un contesto di guerra, le loro ansie sono moltiplicate”, spiega a Vatican News Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia.

Ascolta l’intervista con Andrea Iacomini

I risultati

U-Report è lo strumento metodologico utilizzato per l’inchiesta. Si tratta di una piattaforma digitale che attraverso i sondaggi rileva le opinioni dei giovani di vari Paesi su vari ambiti della vita sociale. Il campione preso in esame per l’indagine è stato di 3354 giovani, il 78% dei quali di sesso femminile, di un’età compresa tra i 14 e i 35 anni, residenti principalmente nella regione di Kyiv. Gli intervistati sono stati sottoposti a una serie di domande che miravano a rilevare lo stato della loro salute mentale, e le risposte si basavano su una scala valutativa da 1, corrispondente a ‘mai’, a 5, corrispondente a ‘sempre’. In media, i giovani hanno valutato di 3 punti su 5 il livello di ansia sentito nelle ultime settimane e in 3 punti il loro livello di indifferenza verso le cose a cui precedentemente erano interessati. Il dato che Andrea Iacomini sottolinea è quello relativo alla propensione o meno a chiedere aiuto: solo il 32% infatti chiede aiuto contro il 55% che dice di non averlo chiesto mai. Ma, quello che emerge dall’analisi, spiega Iacomini, è che “i bambini e gli adolescenti vogliono capire meglio le loro emozioni e imparare cosa fare. Siccome molti di loro non riescono a comprendere la situazione guardano i genitori nelle loro reazioni agli eventi e cercano di capire da loro come reagire”.

Programma per il Supporto alla Salute Mentale e Psicosociale

Per supportare i bambini a livello mentale e assicurare loro la migliore assistenza possibile, la first lady ucraina Olena Zelenska ha avviato il Programma Nazionale per il Supporto alla Salute Mentale e Psicosociale e in una sessione di lavoro dedicata ha dichiarato: “Migliaia di bambini ucraini hanno visto persone morire, le loro vite sono minacciate, affrontano pericoli e paure e tutti sono diventati inaspettatamente maturi. Ma restano dei bambini e sono vulnerabili”. Zelenska è convinta che non si possa lasciare che il peso delle loro esperienze rovini il loro futuro. L’importanza del lavoro svolto dalla first lady ucraina e dagli operatori sanitari impegnati nel prendersi cura dei bambini e dei loro traumi psicologici provocati dalla guerra è sostenuta dal Rappresentante dell’Unicef in Ucraina Murat Sahin. “I bambini esposti a traumi,  separati dalla routine quotidiana, che subiscono le conseguenze della guerra e spaventati dal suono costante delle sirene per i raid aerei hanno bisogno di supporto per la salute mentale. Ciò che accade nell’infanzia può avere conseguenze per tutta la vita. Per questo, – continua – siamo impegnati ad ampliare gli sforzi nazionali guidati dalla First Lady affinché le persone apprendano tecniche di auto aiuto per i problemi di salute mentale, cerchino un supporto psicologico e psicosociale di qualità e aprezzi accessibili, e non si vergognino o esitino a farlo”.  

Campagna di sensibilizzazione “Come stai?”

L’Unicef, il Ministero ucraino dell’Istruzione e della Scienza e JuniorS si sono uniti a supporto del Programma avviato dalla First Lady e insieme hanno collaborato alla realizzazione nelle scuole della campagna di sensibilizzazione “Come stai?”. Sempre nell’ambito di questa iniziativa, è stato lanciato un Flash mob nazionale #MoveforStrength. Ideato dalla psicologa Svitlana Royz con l’obiettivo di far capire ai bambini e agli adulti l’importanza della salute mentale e le tecniche utili per prendersene cura, ha visto la partecipazione di 5.224 bambini.