“Cristo nostra Pasqua” è il nome del piviale che Francesco indosserà nella Messa del Sabato Santo. A confezionarlo una sarta che farà parte del futuro laboratorio “Nardos” di Asti e che sarà la casa di molti “scartati”
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
È un dono che viene dalla sua terra natale, Asti, dove Francesco si è recato in visita il 19 e il 20 novembre 2022, ritrovando le radici della famiglia Bergoglio. Il piviale che il Papa indosserà nella Veglia di Pasqua, sabato 8 aprile alle 19.30 nella Basilica Vaticana, è frutto di un progetto che sta per sbocciare. Si tratta di un laboratorio di sartoria liturgica voluto da don Simone Unere, rettore del Santuario della Beata Vergine del Portone di Asti. Il piviale di Francesco, confezionato dalla sarta Marina Bergantin, è di colore bianco con 7 croci fiorite, 7 agrimani e diverse piccole pietre.
“Nardos” è il nome del laboratorio che andrà a pieno regime il prossimo anno; un richiamo all’episodio, raccontato nel Vangelo di Giovanni, nel quale Maria cosparge i piedi di Gesù con il profumo di Nardo. La struttura nasce in collaborazione con la Caritas diocesana e le sale, che ospiteranno attrezzature e materiali di sartoria liturgica, saranno all’interno dei locali del Santuario. L’intenzione di don Simone Unere è di portare nella Chiesa anche le persone scartate come anziani soli, disabili e detenuti, impiegandoli nella realizzazione di semplici capi di abbigliamento. Un progetto che vuole tenere conto anche della cura del creato perché si è scelto di utilizzare materiali che non hanno un impatto importante sull’ambiente. Un modo, anche questo, per interpretare al meglio la Laudato si’.