Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
L’ultima tappa del cammino di Iter Europaeum si snoda tra Danimarca, Estonia, Paesi Bassi e Slovacchia. Queste parole sull’Europa scritte da Papa Francesco nel 2020, in occasione tra l’altro del 50.mo anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e l’Unione Europea, accompagnano “Iter Europaeum”. Il cammino di questo progetto è stato accompagnato dalle parole scritte da Papa Francesco nel 2020, in occasione, tra l’altro, del 50.mo anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e l’Unione Europea. “Sogno allora un’Europa amica della persona e delle persone. Sogno un’Europa che sia una famiglia e una comunità. Sogno un’Europa solidale e generosa. Sogno un’Europa sanamente laica“.
L”ultima giornata: Messa al Campo Santo Teutonico
La giornata del 27 giugno si apre con la Santa Messa presso il Campo Santo Teutonico. Presiede la celebrazione monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. Questo luogo è stato scelto per rappresentare l’Estonia e la Danimarca nel percorso di Iter Europaeum. I contatti tra l’Estonia e il Vaticano risalgono al XII secolo. Nel 2018, durante il viaggio apostolico in Estonia, Papa Francesco ha ricordato che da secoli queste terre sono chiamate “Terra di Maria”, Maarjamaa. “Un nome che non solo appartiene alla vostra storia, ma fa parte della vostra cultura. Pensare a Maria evoca in me due parole: memoria e fecondità. Lei è la donna della memoria, che custodisce tutto ciò che vive, come un tesoro, nel suo cuore (Lc 2,19); ed è la madre feconda che genera la vita di suo Figlio. Ecco perché mi piacerebbe pensare all’Estonia come terra di memoria e di fecondità”. Le relazioni diplomatiche tra la Danimarca e la Santa Sede furono stabilite nel 1982. L’ambasciatore danese presso la Santa Sede, Odd Sinding, ricorda a Vatican News che il suo Paese è membro dell’Unione Europea da 48 anni. “Con la Santa Sede – spiega – condividiamo il desiderio di assicurare uno sviluppo inclusivo”.
“La Danimarca – aggiunge – destina almeno lo 0,7% del suo prodotto nazionale lordo all’assistenza allo sviluppo”. Il diplomatico sottolinea poi che nonostante il popolo danese sia considerato il popolo più felice al mondo, “si può imparare dai romani a godere ed apprezzare un po´di più le piccole cose della vita”.
Chiesa dei Santi Michele e Magno
La chiesa dei Santi Michele e Magno nel medioevo era chiamata chiesa della Schola Frisonum. Il 12 novembre del 1995 in occasione della dedicazione del nuovo altare, Giovanni Paolo II si sofferma sulla “splendida cornice di questo tempio frequentato dalla comunità olandese in Roma”. “In occasione dell’odierna visita alla bella e famosa chiesa dei Frisoni, strettamente collegata con la Basilica Vaticana a cui appartiene – aggiunge Papa Wojtyla – auguro alla vostra illustre comunità neerlandese che questo altare restaurato possa costituire per le future generazioni degli Olandesi, presenti in Roma, il luogo prediletto dove si adora Dio in Spirito e verità”. A Vatican News Caroline Weijers, smbasciatrice del Regno dei Paesi Bassi presso la Santa Sede, sottolinea che la comunità neerlandese a Roma è diversificata. Tra gli olandesi che vivono nella capitale italiana ci sono suore e sacerdoti, uomini d’affari, scrittori e giornalisti.
“Il rapporto tra l’Unione Europea e la Santa Sede – ricorda l’ambasciatrice Caroline Weijers – è ottimo, così come recentemente confermato durante la visita del presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Ottime sono anche le relazioni tra i Paesi Bassi e la Santa Sede. Non siamo sempre d’accordo su tutto, ma possiamo lavorare insieme su molti punti: pace e sicurezza; clima, ambiente e acqua; giustizia sociale; diritti umani”.
Pontificio Istituto dei Santi Cirillo e Metodio
Il Pontificio Istituto dei Santi Cirillo e Metodio ha svolto un ruolo chiave nella storia moderna della Slovacchia: attraverso le sue attività spirituali, culturali, storiche, educative e scientifiche, ha dato rifugio a generazioni di slovacchi. I padri fondatori dell’Istituto sono il cardinale Jozef Tomko, prefetto Emerito della Congregazione per l´Evangelizzazione dei Popoli e monsignor Štefan Nahálka, primo rettore. Il 13 maggio 1963 Papa Giovanni XXIII ha benedetto la pietra angolare della Chiesa e il 15 settembre 1963, in occasione del 1100.mo anniversario dell’arrivo dei Santi Cirillo e Metodio sul territorio dell’odierna Slovacchia, il Cardinale Eugène Tisserant consacrato la Chiesa e ha aperto l’Istituto.