Ucraina, un raggio di sole in mezzo alle macerie

Vatican News

La piccola comunità greco-cattolica di Fastiv, guidata dal parroco don Vitaliy Martsyniuk, è impegnata in opere concrete di bene rivolte alle persone più vulnerabili e alla cura dell’ambiente, in mezzo al male della guerra. Di recente l’apertura di una pasticceria dove lavora un ragazzo con sindrome di Down e tante iniziative per un’economia solidale e sostenibile

Olena Komisarenko – Città del Vaticano

In Ucraina le persone con la sindrome di Down vengono chiamate “figli del sole” per l’energia positiva, la gioia, l’entusiasmo che sono in grado di sprigionare. E allora la comunità greco-cattolica di una piccola cittadina Fastiv, nella regione di Kyiv, ha fatto tutto il possibile perché in questi tempi bui della guerra quei raggi di sole non abbandonassero il volto di Mykyta, un ragazzo affetto da sindrome di Down. Nonostante tutte le difficolta, i membri della parrocchia di San Demetrio Martire sono riusciti ad aprire un laboratorio di pasticceria per permettere a Mykyta di realizzare il suo sogno: fare biscotti per la gente rendendola felice.  La guerra vuole far entrare il suo veleno in ogni ambito della vita e l’unico antidoto è unire le persone attorno alle opere di bene verso i bisognosi e, soprattutto, verso i più vulnerabili perché è proprio questo il criterio dello sviluppo di una società. «Quando non si riconosce nella realtà stessa l’importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità – per fare solo alcuni esempi – difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa. Tutto è connesso”, – scrive Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’. [95].

Il laboratorio dove si producono biscotti

Costruire la comunità

Questa convinzione è alla base della vita della comunità greco-cattolica di Fastiv, guidata da don Vitaliy Martsyniuk. “La nostra parrocchia non ha ancora la chiesa vera e propria, celebriamo le messe in una piccola cappella, – ci racconta – Non ci siamo posti l’obiettivo di costruire un grande tempio, perché prima di tutto volevamo costruire una comunità vivente di persone che potessero approfondire la loro vita interiore e, in seguito, costruire anche una chiesa di mattoni e di anime. E’ infatti fondamentale avere una comunità che ti fa crescere ogni giorno nella fede”. Il parroco spiega che il cammino del servizio agli altri, intrapreso dalla comunità, ha attirato le persone che non erano ancora vicine alla Chiesa, ma erano pronte a rispondere a buone iniziative, a fare squadra e a lavorare per il bene degli altri. “Ho visto il fuoco nei loro occhi e la sete della parola di Dio e questo mi ispirava ad avvicinarmi ancora di più ai sofferenti”, – dice don Vitaliy.

Accoglienza e vicinanza: la Chiesa è madre sempre

Un giorno in questa piccola ma fervente comunità parrocchiale è arrivata una famiglia in difficoltà – una madre che da sola manteneva due figli: il più grande è il giovane Mykyta con un cromosoma in più, e poi una bambina. In più, un incendio aveva distrutto da poco la loro casa e nella parrocchia greco-cattolica hanno potuto trovare supporto sia spirituale che materiale. Mykyta ha iniziato a fare ministrante in parrocchia sotto la guida di padre Vitaliy e la famiglia si è avvicinata alla fede. Dopo che il ragazzo con un cromosoma in più si è diplomato come pasticcere, la comunità greco-cattolica di Fastiv ha iniziato a cercare dei modi per aiutarlo a realizzare il suo potenziale.

La comunità è stata fondamentale per la riuscita di questo progetto

Il sogno di Mykyta

“I valori della nostra comunità sono l’amore per la nostra città, la sua cultura e la fedeltà all’idea di unità, la fede nel bene, però alla base ci sono sempre stati il servizio agli altri e la misericordia”, – dice il parroco. Per imparare a svolgere meglio questo servizio e attuare pienamente le idee di innovazione sociale della comunità, il sacerdote con alcuni suoi parrocchiani più attivi ha fatto un percorso di formazione che è durato qualche anno. Lo stadio finale della formazione prevedeva l’elaborazione di un progetto e loro hanno deciso di mettere Mykyta al centro della loro iniziativa, così è nata l’idea del laboratorio dei “Biscotti della bontà”. “Abbiamo deciso di creare le condizioni per fargli preparare i biscotti e, dopo la formazione, abbiamo ottenuto una sovvenzione”, – aggiunge don Vitaliy.

Un ostacolo inaspettato

Quando i fondi necessari sono stati raccolti e tutto era pronto per l’apertura, è successo il terribile imprevisto: è scoppiata la guerra su vasta scala e tutto si è fermato. “Per un anno e mezzo non abbiamo potuto fare nulla, – ricorda il sacerdote greco-cattolico. – Ma capisco che Dio parla alle persone in tempi e modi diversi e ho percepito che in questo periodo di guerra il linguaggio di Dio è la bontà che la gente ha bisogno di sentire. Per questo abbiamo deciso che avremmo continuato su questa strada pur nella difficoltà”.  Il laboratorio di pasticceria inclusiva “Korzhyk” è stato aperto quest’anno, ancora nel pieno del conflitto russo-ucraino, nel giorno dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria. L’ispirazione cristiana e l’unità della comunità anche nel fronteggiare le difficoltà sono diventate la chiave per dare vita all’idea di un posto speciale dove regnano la bontà e l’amore. Come dice il sacerdote, “il figlio del sole” Mykyta ogni giorno prepara biscotti e dolci per la gente, seguendo le ricette di un pasticcere professionista. “Tutti possono visitare il laboratorio – aggiunge il parroco – Mykyta sorride sempre perché è un ragazzo aperto e solare, ma da solo non sarebbe stato in grado di trovare un lavoro in queste circostanze. Gli abbiamo offerto l’opportunità di una riabilitazione psicologica, di uno sviluppo delle competenze e dell’autosufficienza, perché oggi ogni persona con la sindrome di Down deve essere capace di affrontare la vita”.

Inoltre, gli organizzatori hanno deciso di mettere nel laboratorio quattro tavoli, creando una sorta di mini-caffetteria dove la gente può assaggiare i biscotti freschi, fare una donazione per una buona causa o semplicemente passare del tempo in questo ambiente di misericordia che aiuta il parroco anche nella sua missione di educare le coscienze secondo l’invito di Papa Francesco espresso nell’enciclica Laudato si’: “Tutte le comunità cristiane hanno un ruolo importante da compiere in questa educazione. Spero altresì che nei nostri seminari e nelle case religiose di formazione si educhi ad una austerità responsabile, alla contemplazione riconoscente del mondo, alla cura per la fragilità dei poveri e dell’ambiente” [214].

Il confezionamento dei prodotti

Senso di sicurezza e stabilità socioeconomica

Nei tempi difficili della guerra, quando non c’è stabilità e fiducia nel futuro, l’attività del laboratorio e l’atmosfera accogliente danno a Mykyta un senso di protezione sociale e stabilità economica. Don Vitaliy ritiene che “le persone socialmente svantaggiate siano particolarmente colpite dall’instabilità della società”. “E qui c’è la guerra, non solo l’instabilità, – sottolinea, – per loro è difficile trovare un lavoro già in tempo di pace ed è ancora più difficile adesso mentre piovono bombe. In più, queste persone hanno difficoltà a sopportare gli eventi tragici legati alla guerra, in loro i traumi non sono sempre gestibili. Ma noi non ci siamo arresi”. “La stabilità sociale va di pari passo con la stabilità economica, – continua il sacerdote, – perché quando una persona è un po’ più forte economicamente e riesce a guadagnarsi il pane, riesce a inserirsi meglio nella società. Mykola mette tutto il suo amore nei biscotti che prepara e grazie all’aiuto di tante persone, siamo riusciti ad aiutarlo restituendogli quell’amore e quella gioia di vivere che lui ha”.

Collaborazione al posto della concorrenza

Nella realtà della piccola città di Fastiv, segnata dalla guerra, l’unità e il sostegno di una comunità, rafforzata da una minaccia comune, si manifestano anche in ambiti della vita solitamente caratterizzati da comportamenti diversi. La gentilezza e l’amore che Mykyta semina attraverso la sua pasticceria, hanno conquistato i cuori dei pasticcieri e ristoratori della città. Don Vitaliy spiega che nessuno li ha trattati come concorrenti, anzi, i locali vicini cercano di sostenere “Korzhyk” in ogni modo possibile. Alcune caffetterie vicine hanno espresso la volontà di vendere i biscotti di Mykyta nei loro locali, ma la capacità produttiva del laboratorio è piccola e non è ancora in grado di soddisfare tutta la domanda. Gli imprenditori capiscono quanto siano difficili i primi mesi dopo l’apertura di un’attività e sanno come sostenere le attività di Mykyta, quindi il loro desiderio di partnership e di supporto amichevole in termini di vendita e consulenza, sebbene espresso in termini economici, è in realtà un sincero gesto di buona volontà. “La nostra città è un ambiente in cui tutti si sono mostrati molto benevoli nei nostri confronti. Ringrazio Dio per questo!” – aggiunge don Vitaliy, ribadendo l’importanza di quanto espresso da Papa Francesco nella Laudato si’: “L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra Casa comune” [13]. Questi modi di interagire tra gli imprenditori sono la prova che la presenza della bontà e dell’amore anche nell’economia è la chiave per una nuova cultura d’impresa e una nuova norma sociale nella vita economica orientata alla sostenibilità. L’etica della cura e del sostegno alle persone svantaggiate è al centro dell’attuazione di quella che chiamiamo Economy of Francesco, a cui ci invita Santo Padre.

Mykyta al lavoro nel laboratorio

Il sorriso del “figlio del sole”

“Oggi Mykyta sorride ogni giorno perché è felice, e questa è la cosa più importante per noi!”, – conclude don Vitaliy. La luce e la gentilezza che Mykyta irradia, cambiano i cuori di coloro che lo circondano e suscitano il desiderio di prendersi cura gli uni degli altri per costruire il nuovo mondo aperto di cui Papa parla nell’enciclica Fratelli tutti che in qualche modo completa la Laudato si’. Al paragrafo 98, Francesco ricorda le persone con disabilità come “esiliati occulti” e invita non solo a prendersi cura di loro, ma anche a garantire la loro “partecipazione attiva alla comunità civile ed ecclesiale”. Questo percorso impegnativo e inclusivo contribuisce alla formazione di una coscienza capace di vedere ogni individuo come una persona eccezionale e unica. Possiamo costruire un mondo nuovo capace di salvaguardare la Casa comune, solo se riusciamo a vedere le persone con disabilità come esseri umani non diversi da noi ma con capacità e abilità differenti.