Colpite dai russi alcune chiese nella zona orientale del Paese. Le parole del presidente ucraino Zelensky via Telegram: “Celebriamo la festa di Pasqua con una fede incrollabile nella nostra vittoria”. Intanto Polonia e Ungheria rompono la solidarietà a favore dell’Ucraina sull’importazione del grano
Emanuela Campanile – Città del Vaticano
Continuano pesantissimi gli scontri nella zona orientale dell’Ucraina – ormai letteralmente a ferro e fuoco – e la ferocia non si è placata nemmeno nella notte di Pasqua che la Chiesa ortodossa ha celebrato domenica 16 aprile. Di un morto e diversi feriti è il bilancio del bombardamento sul centro di Donetsk nei pressi della Cattedrale della Trasfigurazione, mentre era in corso la Veglia pasquale. Distrutta poi la chiesa ortodossa di San Michele Arcangelo, nella regione di Zaporizhzhia, colpita dai missili russi. Al momento dell’attacco nessuna funzione era in corso.
Le parole del presidente ucraino
“Oggi celebriamo la festa di Pasqua con una fede incrollabile nella nostra vittoria”, ha scritto su Telegram il presidente Zelensky. “Abbiamo già fatto molta strada. Forse le vette più difficili ci attendono. Le supereremo. E insieme – si legge ancora in un passaggio – andremo incontro all’alba (…) La bandiera blu e gialla sarà certamente innalzata in tutta la nostra terra”, ha concluso Zelensky. “A Bakhmut sono in corso pesanti combattimenti”, ha riferito lo stato maggiore dell’esercito ucraino, aggiungendo che il nemico ha lanciato attacchi senza successo nelle vicinanze di Khromove e Ivanivs’ke”, nei sobborghi alla periferia di Bakhmut. Queste ultime azioni suggerirebbero un tentativo da parte di Mosca di accerchiare i soldati ucraini all’interno della città.
L’incontro Russia-Cina
Domenica 16 aprile il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato a Mosca il ministro della Difesa cinese Li Shangfu. Secondo il Cremlino, entrambe le parti hanno ribadito la loro stretta collaborazione militare. Li Shangfu ha sottolineato in particolare i “forti” legami con Mosca durante l’incontro avuto ieri con il presidente russo Vladimir Putin al Cremlino. “Abbiamo legami molto forti, che vanno oltre le alleanze politico-militari dell’era della Guerra Fredda” e che sono “molto stabili”, ha detto durante l’incontro, trasmesso dalla televisione russa. “Questa è la mia prima visita all’estero da quando sono entrato in carica come ministro della Difesa e ho scelto specificamente la Russia, per sottolineare – ha aggiunto – la natura speciale e l’importanza strategica delle nostre relazioni bilaterali”.
Nuova crisi sul grano?
In Europa, Polonia e Ungheria rompono la solidarietà a favore dell’Ucraina e fermano l’importazione del grano dal Paese. Varsavia si è fatta portavoce della protesta di migliaia di agricoltori e di piccoli imprenditori: per la carenza di mezzi di trasporto, gran parte del grano destinato all’Africa e al Medio Oriente rimane nei territori dell’Est Europa facendo calare il prezzo mettendo in difficoltà i settori agricoli locali. A ruota, l’adesione di Budapest e l’apertura a considerare lo stop di importazioni da parte della Bulgaria. “La politica commerciale è una competenza esclusiva dell’Ue, azioni unilaterali non sono accettabili”, è stata la risposta della Commissione, che ha poi sottolineando la necessità – “in tempi così difficili – di coordinare e allineare le decisioni all’interno dell’Ue”.