Ucraina. Kyiv avanza a Kursk, mentre a Belgorod è stato di emergenza

Vatican News

Le truppe di Zelensky continuano l’offensiva con oltre “cento soldati russi” fatti prigionieri. Mosca smentisce i progressi, mentre l’Unicef denuncia che dall’inizio dell’anno sono stati oltre 300 i bambini morti o feriti in Ucraina

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Almeno 340 bambini uccisi o feriti nel corso del 2024 in Ucraina. L’Unicef tira le drammatiche somme di una guerra iniziata 900 giorni fa e che ha segnato con la violenza e con l’orrore le vite degli abitanti più piccoli delle regioni di Dnipro, Donetsk, Kharkiv, Kherson, Kyiv e Sumy. “Nessun bambino – è la denuncia del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia – deve vivere questo orrore. Gli attacchi devono cessare. I bambini, le scuole e le strutture sanitarie non sono un obiettivo”.

Stato di emergenza a Belgorod

Intanto, in tutta la regione russa di Belgorod, è stato dichiarato lo stato di emergenza. La situazione, spiegano le autorità locali, è sempre più difficile a causa dei bombardamenti quotidiani delle forze armate ucraine che dalla scorsa settimana stanno conducendo una offensiva nella confinante regione di Kursk, dove, riferisce proprio il presidente ucraino Zelensky, Kyiv “sta facendo ulteriori progressi”, aggiungendo che “oltre 100 soldati russi sono stati fatti prigionieri” il che “accelererà il ritorno a casa” dei soldati ucraini. La Russia, secondo fonti lituane, starebbe spostando truppe da Kaliningrad a Kursk, mentre il bielorusso Lukashenko avrebbe stabilito l’invito di aiuti ai russi sempre per rafforzare la difesa di Kursk. Mosca smentisce l’avanzata degli ucraini, parlando dei respingimenti da parte dei russi. Kyiv assicura che non intende annettere parti di territorio russo ma consolidare quanto occupato che verrà trattato come “un fondo di scambio” per negoziare “una pace giusta”.

Biden: un dilemma per Putin

L’incursione degli ucraini, secondo il presidente americano Biden, starebbe “creando un vero dilemma” per il presidente russo Putin. Ieri era stato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense, John Kirby, a togliere ogni dubbio circa il sostegno di Washington a Kyiv, spiegando con chiarezza che se l’offensiva ucraina su Kursk “non piace a Putin, se la cosa lo mette un po’ a disagio, allora c’è una soluzione semplice: può andarsene dall’Ucraina e farla finita”.