Vatican News – Sighetu (Romania)
Dal primo attacco all’Ucraina, all’alba del 24 febbraio scorso, si moltiplicano gli sfollati in Ucraina, dove l’offensiva russa prosegue da est, da nord e da sud colpendo anche obiettivi civili, così come cresce il numero dei rifugiati che arrivano nei Paesi limitrofi. Della macchina dell’accoglienza che si è mossa al confine dei vari Paesi Ue, ci raccontano i nostri inviati Jean Charles Potzolu e Alessandro Guarasci che in questi giorni si sono mossi da un centro profughi all’altro tra Ungheria, Moldavia, Romania. La testimonianza questa mattina di Jean Charles Potzolu:
Il nostro inviato Potzolu racconta del dolore di coloro che hanno abbandonato tutto per scappare, della paura che provano. Soprattutto – spiega – sono donne fuggite con genitori anziani e bambini. Gli uomini sono rimasti in patria per combattere. Racconta di una signora ucraina di 81 anni che gli ha parlato in inglese e della sua preoccupazione per le immediate necessità, per i rischi per tutti e per il futuro. Riferisce di una giovane donna che sogna di arrivare in Germania e di trovare lavoro perché sente che la situazione per il suo Paese non si risolverà a breve. E Potzolu mette in luce anche l’atteggiamento che si ritrova in tante mamme di bambini piccoli: cercano di tenerli lontani dall’orrore della guerra cercando di proteggerli dalle notizie e raccontando loro o leggendo in continuazione storie.
Al confine con l’Ucraina, nel nord della Romania, nella città di Sighetu Marmatiei, Alessandro Guarasci ha intervistato padre Eugen Giurgica, che gestisce il centro di accoglienza dei cappuccini:
Nei racconti di padre Eugen c’è tutto il senso di una situazione in continua evoluzione: profughi che arrivano e che vengono assistiti, ma anche contatti continui per trovare loro una sistemazione, mentre ne arrivano presto altri. Parla di dolore e sgomento ma anche di grande cura da parte di tanti volontari per prestare soccorso, alcuni giunti da vari Paesi europei con le loro autovetture.
In Polonia e in altri Paesi limitrofi
La Polonia è il Paese che ha accolto il maggior numero di profughi: al momento sono 1.500.000 ma potrebbero diventare due milioni molto presto perché il flusso continua, in particolare nella città di Przemysl, uno dei punti di arrivo di coloro che fuggono dall’Ucraina. Centinaia di migliaia di persone hanno trovato riparo anche in Ungheria, Slovacchia e Moldavia. La piccola Repubblica ex sovietica che conta circa tre milioni e mezzo di abitanti, ospita il più alto numero pro capite di rifugiati dopo la Polonia.
L’allarme di Save the Children
“Dopo l’orrendo attacco all’ospedale di Mariupol, dove un bambino è morto, la situazione dei 6,5 milioni di minori rimasti nel Paese è al limite”. L’allarme arriva da Save the Children, che calcola in “oltre un milione” i bambini fuggiti nei Paesi limitrofi. “Altri 6,5 milioni sono ancora nelle città ucraine, cercando riparo in rifugi sotterranei, accompagnati costantemente dalla paura e rischiando ogni istante la propria vita. Mentre i bombardamenti continuano a intensificarsi, cibo, acqua pulita e medicine nel Paese scarseggiano e potrebbero essere presto inaccessibili per molti bambini e le loro famiglie”, sostiene l’organizzazione.