Ucraina, a Parigi il 13 dicembre conferenza Usa-Francia

Vatican News

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Stati Uniti e Francia intendono “continuare a lavorare” con gli alleati e i partner “per coordinare gli sforzi per l’assistenza” all’Ucraina, compresa l’organizzazione di una “conferenza internazionale” che si terrà a Parigi il 13 dicembre, come già era stato ipotizzato. Ad annunciarlo, ieri, dopo l’incontro bilaterale alla Casa Bianca, sono stati il presidente statunitense Biden e il capo di Stato francese Macron. Biden si è detto pronto a parlare con Putin se arrivano segnali di voler cessare il conflitto. Oggi dal Cremlino è giunta la seguente precisazione: per la Russia è impossibile accettare la condizione posta dal presidente Usa Joe Biden per trattative sull’Ucraina, ossia che prima le truppe di Mosca lascino il territorio ucraino. Lo ha chiarito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall’agenzia Ria Novosti.

Non è ancora una conferenza di pace

Della prospettiva dell’incontro internazionale annunciato a Parigi abbiamo parlato con Luciano Bozzo docente ordinario di Relazioni Internazionali e Studi Strategici all’Università degli studi di Firenze:

Ascolta l’intervista con Luciano Bozzo

Il professor Bozzo chiarisce che l’espressione usata dai media ‘conferenza di pace’, per definire la conferenza annunciata da Macron e da Biden a metà dicembre, non può essere corretta. Una conferenza di pace è tale – spiega – se le parti in conflitto si siedono a un tavolo. Per definizione si tratta di incontri in cui si discutono i termini, seppure in via preliminare, di una qualunque intesa. Si tratta sempre – sottolinea Bozzo – di cedere su qualcosa per il bene più grande della pace. E’ decisivo pertanto che in qualche modo siano rappresentate entrambe. 

Occasioni da non perdere

Pur non trattandosi in alcun modo di un avvio di colloqui di pace, la conferenza di Parigi rappresenta comunque un’occasione per un serio confronto tra più Stati. Bozzo ricorda che a conclusione del bilaterale, Biden e Macron hanno ribadito che Washington e Parigi intendono continuare a fornire un “robusto sostegno diretto al bilancio dell’Ucraina” e chiedono alle istituzioni finanziarie internazionali di “aumentare” il loro aiuto. In particolare, secondo la dichiarazione congiunta rilasciata dopo l’incontro durato più di un’ora nello Studio Ovale della Casa Bianca, i due presidenti si sono impegnati a fornire all’Ucraina assistenza politica, di sicurezza, umanitaria ed economica anche rafforzando la difesa aerea del Paese. Tutto questo ci ricorda – afferma Bozzo – che il margine di influenza sulle scelte del presidente ucraino Zelensky da parte dei due leader, in particolare degli Stati Uniti, è ampio. A Parigi – ipotizza Bozzo – si potrebbe discutere della posizione di Kyiv per capire le prospettive possibili di negoziato.

La speranza di una pace sostenibile

Il presidente francese Macron ha affermato che si vuole “mantenere l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche arrivare ad una pace sostenibile”. Biden si è detto “pronto a parlare con Putin se mostra segnali di voler cessare la guerra”. Il professor Bozzo si sofferma su due termini di questi due pronunciamenti. Innanzitutto, sull’espressione pace sostenibile, sottolineando quanto sia importante avere come obiettivo un’intesa che possa portare a una pace duratura. E poi mette in luce come sia cruciale lavorare perché ci possano essere segnali di voler cessare la guerra e perché possano essere visti e capiti. L’impegno della diplomazia – spiega – è complesso, anche perché si deve lavorare bene da tutte le parti, per valutare bene gli eventuali segnali da dare o per non pretendere i segnali che si immaginano. 

Rafforzata l’alleanza tra Washington e Parigi

L’incontro alla Casa Bianca tra Biden e Macron è stato accompagnato da un ricevimento che ha rappresentato il primo libero dai restringimenti anticovid per il presidente Biden eletto nella fase  critica della pandemia.  A proposito della rinnovata forza dell’alleanza tra Stati Uniti e Francia, Biden ha dichiarato: “Gli Stati Uniti non potrebbero chiedere un partner migliore della Francia con cui lavorare”.