Emanuela Campanile – Città del Vaticano
Sono ancora le acque ad inghiottire i sogni di molti in cerca di un futuro migliore. Questa volta si tratta delle gelide onde del Canale della Manica: passaggio obbligato per raggiungere la Gran Bretagna e per ricominciare una vita.
La reazione della Francia
La tragedia si è consumata nel pomeriggio di ieri a largo di Calais, costa francese. Il numero delle vittime è ancora incerto si parla di 27 – 31 morti, ma la dinamica è sempre la stessa: un gommone che naufraga, disperati in mano ai trafficanti, ad un mercato di morte contro il quale si scaglia il presidente francese Macron: “Faremo tutto il possibile per trovare e condannare i responsabili, la Francia non permetterà che il Canale della Manica diventi un cimitero”. Convocata una riunione di crisi a livello europeo.
L’appello di Boris Johnson
Dall’altra parte, su quella costa mai raggiunta dall’imbarcazione, il premier Boris Johnson sferza la Francia: “Abbiamo qualche difficoltà a persuadere alcuni nostri partner, in particolare i francesi, a fare tutte le cose che la situazione secondo noi richiede”. Rivolge un appello a Parigi a “lavorare insieme” con più decisione e a mobilitare in tandem con Londra tutte le risorse necessarie a frenare il fenomeno.
Il rimpallo di responsabilità
Il ministro degli Interni francesi Gerald Darmanin ha attaccato il governo di Londra per la cattiva gestione del fenomeno migratorio. Durante un’intervista radiofonica avrebbe dichiarato che la Gran Bretagna deve attuare “una riforma del lavoro così da migliorare la gestione dell’immigrazione illegale”.