Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono ufficialmente iniziate. Con un anno di ritardo e nonostante il rischio che potessero essere cancellate, anche nella settimana che ha preceduto l’odierna cerimonia di inaugurazione. Tokyo accoglie la fiamma olimpica, la cui luce è come poche volte prima d’ora simbolo di speranza e, ci auguriamo, di rinascita. Da sempre l’inaugurazione è uno dei momenti più attesi ed è stato così anche in Giappone, nonostante il clima risulti essere diverso dal solito: spalti senza pubblico, numeri di atleti ridotto per la sfilata e massima attenzione alla distanza interpersonale. La festa, la gioia, l’orgoglio di rappresentare il proprio Paese in quello che è l’evento sportivo per eccellenza non sono però mancati.
Un minuto di silenzio
La cerimonia ha avuto inizio con lo show inaugurale organizzato dal Paese ospitante tra musiche e coreografie, a cui è seguita la tradizionale accensione del Braciere Olimpico. Un minuto di silenzio con tutti i presenti in piedi, compresi l’imperatore Naruhito ed il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, il tedesco Thomas Bach, è stato osservato allo stadio in conclusione della parte iniziale della cerimonia di apertura, quando è stata ricordata la pandemia. Lo speaker ha invitato tutti ad alzarsi per onorare la memoria delle vittime. In precedenza, erano state mostrate alcune immagini dei lockdown in tutto il mondo, con le piazze più rappresentative di ogni continente completamente vuote.
La parata
Ogni Paese partecipante ha quindi sfilato con gli atleti guidati dai rispettivi portabandiera: 204 le nazioni, per un totale di 206 delegazioni inclusi il Team Olimpico dei Rifugiati e gli atleti sotto bandiera del Comitato Olimpico Internazionale. Questi ultimi due hanno sfilato per primi, preceduti solo dalla Grecia che, come tradizione, apre la parata in quanto “patria delle Olimpiadi”. I Paesi hanno poi seguito l’alfabeto giapponese per stabilire l’ordine di uscita delle squadre. Dunque a seguire Islanda, Irlanda e poi tutte le altre. A chiudere i padroni di casa del Giappone, preceduti da Francia e Stati Uniti che organizzeranno le prossime due edizioni dei Giochi Olimpici: Parigi 2024 e Los Angeles 2028.
I numeri di Tokyo 2020
Numeri da record per questi Giochi: mai si erano visti infatti ben 33 sport e 50 discipline diverse. Sono tre quelle che debuttano per la prima volta alle Olimpiadi: arrampicata, skateboard e karate. In particolare le gare di karate si svolgeranno al Nippon Budokan, che mezzo secolo fa – era il 1970 – ha ospitato i primi campionati mondiali di questo sport che vanta una grande tradizione in Giappone. Ci sono poi due ritorni, ovvero baseball e softball che mancavano da 13 anni. Il Comitato Olimpico Internazionale ha reso noto che le medaglie d’oro da assegnare sono 339 e verranno conquistate in 42 sedi diverse. I Paesi rappresentati sono 204, due in meno rispetto a Rio 2016, uno in più a confronto con Londra 2012. In Brasile gli atleti erano leggermente di più: 11305 rispetto agli 11155 di Tokyo, dove però è record di donne con 5319 sportive pronte a vincere una medaglia. Il doppio rispetto a Barcellona 1992. Infine va detto che la capitale giapponese ospita per la seconda volta il massimo evento sportivo mondiale a distanza di 57 anni. Era infatti il 1964 ed in quell’edizione erano presenti 94 Paesi, poco più di 5mila atleti e 22 erano le discipline sportive. I numeri, rispetto ad allora, sono più che raddoppiati.