Nel clima infuocato di violenza che si è inasprito nel Paese, si è riunito d’urgenza il gabinetto di sicurezza disponendo alcune norme per far pagare i terroristi e coloro che li sostengono. Ieri nuovo attentato a Gerusalemme, feriti due israeliani, padre e figlio. Oltre quaranta le vittime all’attacco di venerdì alla sinagoga
Vatican News
Il governo israeliano ha annunciato nuove misure che privano le “famiglie dei terroristi” di alcuni diritti. Il provvedimento è stato adottato dopo due attentati a Gerusalemme est, uno dei quali ha ucciso sette persone venerdì sera.
Misure d’urgenza per chi sostiene i terroristi
Riunitosi d’urgenza, il gabinetto di sicurezza “ha disposto una serie di misure per far pagare i terroristi e coloro che li sostengono”, riferisce l’Ansa. È prevista la revoca dei diritti alla previdenza sociale delle “famiglie dei terroristi”. Inoltre il Consiglio dei ministri esaminerà un disegno di legge volto a revocare “le carte d’identità israeliane” sempre dei familiari dei terroristi. “La nostra reazione sarà forte, veloce e precisa”, così il premier Benyamin Netanyahu aprendo la riunione del Consiglio di difesa a Tel Aviv. “Sigilleremo e demoliremo le case dei terroristi con un processo accelerato per esigere – ha spiegato – un prezzo a quanti sostengono il terrorismo”. “Non vogliamo escalation ma siamo pronti ad ogni nuovo scenario”, ha poi proseguito dicendo che saranno discussi anche altri provvedimenti, tra cui l’estensione dei permessi per il porto d’armi.
Ieri nuovo attentato a Gerusalemme, Ue: violenza folle
Intanto ieri nuovo attentato a Gerusalemme: feriti due israeliani, padre e figlio, nell’attacco compiuto da un palestinese di 13 anni. Almeno 42 persone sono state arrestate dalla polizia in seguito all’attentato terroristico di venerdì sera davanti ad una sinagoga. Elevato lo stato di allerta in tutto il Paese, con ulteriori spiegamenti di forze in Cisgiordania ed il presidio di luoghi pubblici in Israele. L’Ue “sconvolta”, l’alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, ha parlato di “atti di folle violenza e odio”.
La leadership palestinese accusa Israele della escalation sul campo
Ieri un minuto di silenzio ha reso omaggio alle vittime e ai feriti nel doppio attentato palestinese a Gerusalemme. Quello di ieri è stato il terzo sabato consecutivo di manifestazione antigovernativa a Tel Aviv, sia lungo viale Kaplan sia nella centralissima Piazza Habima. Analoghe manifestazioni ad Haifa – dove l’ex premier Yair Lapid ha rivisto la sua iniziale decisione di partecipare dopo gli attentati – a Beer Sheva e nella stessa Gerusalemme. La leadership palestinese di Abu Mazen ritiene Israele “pienamente responsabile della pericolosa escalation sul campo” e continuerà “ad attuare le decisioni prese” tra cui la fine del Coordinamento di sicurezza”. Lo riporta l’agenzia Wafa secondo cui si deve “mettere in guardia il governo di occupazione dal continuare questo approccio, che porterà a un ulteriore deterioramento, minacciando la sicurezza dell’intera regione”. Al tempo stesso è stato chiesto alla Comunità internazionale e all’amministrazione Usa “di obbligare il governo di occupazione israeliano a cessare le sue azioni unilaterali”.