Terra dei Fuochi, Patriciello: il Natale una risposta ai problemi di illegalità e inquinamento

Vatican News

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

“Natale è al di sopra di tutti i nostri problemi, Natale è Dio con noi, che non si scandalizza e non storce il naso, ma viene proprio stare con noi”. Don Maurizio Patriciello, parroco al Parco Verde di Caivano, una delle piazze più famose della illegalità, stretta tra camorra e spaccio, ricorda ai suoi parrocchiani, in questi giorni di festività, che “il Natale è la risposta ai problemi”, che Natale è la luce e la carezza di Dio che scende sulle persone, perché – spiega questo pastore da sempre in trincea contro il malaffare e suoi loschi affari, come quelli mefitici della Terra dei fuochi – “il Vangelo ci dice che dove ci sono i più poveri e i più piccoli, le persone che più hanno bisogno, lì c’è Dio, perché è più contento di stare con loro, e quindi siamo sicuri che Dio sta qui con noi”.

Ascolta l’intervista con don Maurizio Patriciello

L’operazione verità

Soltanto pochi giorni fa il vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana, monsignor Antonio Di Donna, aveva chiesto una “operazione verità” sulla ‘Terra dei fuochi’ e sull’emergenza ambientale, di fronte al susseguirsi di tragedie di famiglie intere, colpite da malattia e morte, soprattutto di bambini e ragazzi. “Il vescovo ha detto giusto, è giunto il tempo della verità – sottolinea Patriciello – noi siamo le sentinelle di questo territorio e della nostra gente, non siamo contro nessuno e non vogliamo niente, ma la Chiesa campana, che in questi anni ha fatto tanto, lo dice chiaramente, perché è da noi che le persone vengono a piangere e a noi che si rivolgono”. 

Il drammatico inquinamento ambientale

Don Patriciello si fa portavoce di tutti gli abitanti onesti di questa zona. “Il vescovo Di Donna lo ha detto a chiare lettere: sembra che in questa terra ci sia lo zucchero, quasi a voler dire: ma arrivate sempre qua?”. Il riferimento è alle industrie a forte impatto ambientale e a ciò che accade alle zone che si trovano alla periferia di Napoli che raccolgono tutti i rifiuti. “Ormai noi non crediamo più alle rassicurazioni” spiega sconsolato Patriciello, che si scaglia contro l’inceneritore di Acerra, l’unico della regione, che “da solo brucia quanto gli otto inceneritori dell’Emilia Romagna. Perché è un mostro, talmente potente, che brucia talmente tanto che quasi quasi l’immondizia la dobbiamo andare a prendere altrove per portargliela”. A tutto questo si sommano i rifiuti industriali che non si possono bruciare nell’inceneritore. Certamente però, spiega ancora il parroco, non sarà un altro inceneritore la soluzione, almeno fin quando i rifiuti industriali saranno il risultato del lavoro in nero. “Se ci sono industrie che lavorano in nero e producono in nero, logicamente i loro rifiuti – pellami, coloranti, collanti – debbono essere smaltiti in nero, non vanno nel termovalorizzatore, quindi c’è un problema a monte di evasione fiscale. Ma questo problema, soprattutto in questo tempo di pandemia, nessuno lo vuole toccare, perché è un tema che scotta”.

La lotta non si ferma

In questo tempo di Natale, inoltre, continua desolato don Patriciello, la camorra “si intrufola dappertutto”. “Non potete neanche immaginare come i piccoli commercianti vengano taglieggiati, mortificati, minacciati se non pagano il pizzo. La camorra ci ha messo le sue mani prima con i rifiuti che sono arrivati dal centro e dal nord Italia, dalle industrie che hanno imbrogliato e per risparmiare sempre sullo smaltimento legale hanno portato qua questi loro rifiuti”. Certo ci sono stati processi e anche le giuste condanne, ma per uno che viene arrestato, spiega il parroco, “cinque sono già pronti a prendere il suo posto”. E allora, don Patriciello, dopo Natale che succede? “Dopo Natale – conclude sorridendo – pensiamo a riprendere le forze un’altra volta, per stare con la testa in cielo e con i piedi per terra, e continuare la nostra battaglia”.