Tanzania, presentate le traduzioni in esperanto di Laudato si’ e Laudate Deum

Vatican News

Dal 3 al 10 agosto scorsi la capitale dello Stato africano Arusha ha ospitato il 109.mo Congresso mondiale della lingua creata da Ludwik Lejzer Zamenhof, con 850 persone provenienti da 66 nazioni di tutti i continenti

Vatican News

Sette giorni variando tra panel specialistici, scientifici e culturali. Tutti all’insegna di una lingua, l’esperanto, che da 150 anni offre uno spazio internazionale aperto di confronto e dialogo tra le nazioni e d è ricco di iniziative anche a livello ecclesiale. È accaduto ad Arusha, capitale della Tanzania, che dal 3 al 10 agosto scorsi ha visto svolgersi – prima volta nel continente africano – il 109.mo congresso mondiale della lingua creata verso la fine dell’Ottocento dal medico e linguista polacco Ludwik Lejzer Zamenhof.

Dibattito sui testi papali

Le 850 persone provenienti da 66 nazioni di tutti i continenti presenti all’appuntamento hanno sviluppato un dibattito attorno al tema principale “Lingua, uomo ed ambiente per un mondo migliore” e le giornate di lavoro sono state anche l’occasione per l’Unione internazionale cattolica esperantista (IKUE – Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista) di presentare le due traduzioni da lei curate di altrettanti documenti papali, l’enciclica Laudato si’ e l’esortazione apostolica

L’esperienza degli esperantisti cattolici

Il congresso ha permesso a moltissimi esperantisti africani di incontrarsi e dialogare e molti si sono interessati anche al movimento degli esperantisti cattolici, la cui Unione internazionale si è occupata nei giorni del congresso sia della funzione ecumenica che della celebrazione della Messa nella cattedrale di Santa Teresa del Bambin Gesù, presiedute dal sacerdote esperantista Gabriel Anda, della diocesi di Edea nel Camerun.

L’interesso in ambito cattolico verso l’esperanto risale ai primi del Novecento, dopo la comparsa dei manuali e vocabolari di Ludwik Lejzer Zamenhof nel 1887. L’iniziatore del movimento cattolico esperantista è il sacerdote Emile Peltier, che nel 1903 si dedica alla pubblicazione della rivista internazionale “Espero Katolika” (“Speranza Cattolica”), organo ufficiale dell’IKUE, una delle riviste in esperanto più antiche nel mondo. Gli esperantisti cattolici si riuniscono per la prima volta a Boulogne sur Mer (1905) dove viene celebrata la prima Messa in esperanto a cui partecipa anche Zamenhof. Nel 1909 a Barcellona i cattolici organizzano vari convegni e in quella circostanza si decide di realizzare il primo congresso degli esperantisti cattolici a Parigi, quindi il primo aprile del 1910 nasce l’Unione Internazionale Cattolica Esperantista.

Il sostegno della Santa Sede

Nel 1990 i decreti dell’allora Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti definiscono le norme per la celebrazione della liturgia eucaristica e del relativo messale in esperanto. Due anni dopo, l’11 febbraio, l’Unione internazionale cattolica esperantista, con decreto dell’allora Pontificio Consiglio Pontificio per i Laici, viene riconosciuta come associazione privata di fedeli. Il carisma dell’Unione internazionale cattolica esperantista si rifà al versetto del Vangelo “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” e intende contribuire attraverso la lingua internazionale all’azione apostolica e alla realizzazione della fratellanza e della pace nel mondo, anche utilizzando le trasmissioni della Radio Vaticana in esperanto. I patroni degli esperantisti cattolici sono Nostra Signora della Speranza, San Pio X, San Massimiliano Kolbe, San Giovanni Paolo II e San Titus Brandsma.

Esperanto e solidarietà

Negli ultimi quattro anni, l’Unione internazionale cattolica esperantista ha lavorato intensamente anche in campo virtuale. Oltre all’organizzazione di congressi e conferenze, quotidianamente ha luogo la preghiera del Rosario con la partecipazione di esperantisti di varie parti del mondo, dal Brasile a Cuba, dagli Stati Uniti all’Europa fino alla Corea e alle Filippine. E crescono anche le iniziative di solidarietà, tra cui l’aiuto offerto alla parrocchia di Mouanko, nella diocesi di Edea in Camerun – dove sono stati installati dei pannelli solari – il lancio di un progetto di allevamento ittico e la creazione di una scuola per bambini.