Marco Guerra – Città del Vaticano
In Svezia, con lo scrutinio degli ultimi voti giunti per posta, è stata confermata la vittoria delle liste di destra e centro destra. La premier svedese, la socialdemocratica Magdalena Andersson, ha riconosciuto la sconfitta alle elezioni, svolesi domenica scorsa, e ha presentato questa mattina le dimissioni al presidente del parlamento, Andreas Norlen, il quale dovrebbe dare al capo del Partito dei moderati svedese, Ulf Kristersson, il mandato di formare un nuovo governo.
L’exploit della destra
Si tratta di una svolta storica per il Paese scandinavo, perché per la prima volta da quasi un secolo potrebbe formarsi un governo marcatamente di destra. Con lo scrutinio giunto al 99%, il blocco di centrosinistra è dato a 173 seggi, contro i 176 ottenuti dall’alleanza tra il Partito Moderato di Ulf Kristersson, la destra nazionalista dei Democratici Svedesi e altri due partiti minori. Protagonista di questa tornata elettorale è la formazione di destra dei ‘Democratici’, che ha ottenuto il 20,6% delle preferenze, guidato dal 43enne Jimmy Akesson, il quale ha concentrato la campagna elettorale sui temi della sicurezza, dell’immigrazione e dell’inflazione galoppante, facendo breccia sull’elettorato deluso dai partiti tradizionali. I socialdemocratici hanno raccolto il 30,4%, ma gli altri partiti di centro-sinistra hanno ottenuto percentuali molto più basse, come i Verdi che hanno raggiunto un deludente 5% dei consensi.
Il profilo del nuovo governo
Secondo gli osservatori, sarà data la possibilità al moderato Ulf Kristersson (il suo partito è terzo al 19%) di sedere sul seggio del Rosenbad, la sede del governo, e a lui spetterà il compito non semplice di formare un esecutivo con la destra. Indiscrezioni della stampa locale riferiscono di un possibile appoggio esterno della destra di Akesson. Il nazionalista, classe 1979, ha detto che il suo partito sarà “una forza costruttiva e trainate”. “Ora è tempo di iniziare a ricostruire sicurezza, benessere e coesione”, ha aggiunto. Akesson, che da 17 anni è alla guida dei Democratici Svedesi e ha trasformato il suo partito da una piccola formazione considerata estremista ad una lista indispensabile alla destra per governare, staccandosi dai gruppi più intolleranti e violenti. I democratici hanno rivisto anche alcune posizioni antieuropeiste e contro la Nato. Il nuovo governo non dovrebbe quindi fare passi indietro rispetto al processo di adesione della Svezia all’Allenza Atlantica, né verrà meno la netta condanna dell’invasione russa dell’Ucraina.