Strabilianti: la forza dello sport che va oltre la disabilità

Vatican News

Marina Tomarro – Città del Vaticano

Uno sport integrante che vede gareggiare insieme atleti olimpici e paralimpici, senza distinzioni, ma con la voglia di sfidarsi e poter mettere in pratica le proprie capacità. Vuole essere questo Strabilianti, che si è aperto ieri a Livorno e che trasformerà la città toscana nella capitale degli sport integranti. L’evento è promosso dal Comitato Strabilianti, con il patrocinio del Comune di Livorno e la collaborazione della Fondazione Caponi.

Il sogno di gareggiare insieme

“Con Strabilianti vogliamo raccontare uno sport che non escluda nessuno, – spiega Giulia Aringhieri vicepresidente del Comitato Strabilianti e atleta paralimpica – perché per una persona con disabilità deve essere normale praticare sport, non un’eccezione. Infatti parleremo anche di sport paralimpico, ma non solo, perché tra atleti non ci devono essere categorie e distinzioni, e con questo evento cercheremo proprio di comunicare questo messaggio”. Infatti a queste giornate prenderanno parte oltre che gli atleti anche società sportive e associazioni che si occupano di disabilità, per camminare insieme verso un futuro dove atleti olimpici e paralimpici, possano gareggiare insieme nelle stesse competizioni. “Questo è il più grande obiettivo: gareggiare insieme senza differenziarci troppo. Non vuol dire negare la disabilità, che c’è e bisogna parlarne, ma in questo modo diamo possibilità anche ai giovani che hanno una disabilità o hanno ricevuto una diagnosi, di conoscere, condividere e giocare insieme senza nascondersi”.

Ascolta l’intervista a Giulia Aringhieri

Il programma della manifestazione

Tanti gli eventi che si svolgeranno negli Hangar Creativi di Livorno. Spazio ai dibattiti e alle testimonianze degli atleti, ma anche alla conoscenza della nuova tecnologia sportiva che permette di praticare sport a chi vive una disabilità. E poi tanti eventi sportivi, come il primo Torneo di Calcio riservato a squadre con ragazzi portatori di disabilità e la presentazione della Nazionale Italiana di Calcio amputati che parteciperà ai prossimi Campionati del Mondo 2022 in programma a Istanbul dal 29 settembre al 10 ottobre. Ma saranno presenti alcune atlete della nazionale paralimpica italiana di sitting volley pronte a giocare con il pubblico, oltre alla presenza di tanti volti noti dello sport. “Abbiamo organizzato – sottolinea Giulia Aringhieri – una serata in memoria di Carlo Azeglio Ciampi a sei anni dalla sua scomparsa, dove giovani atleti che si sono distinti nell’ambito sportivo e sociale saranno premiati da sportivi come il pugile Alberto Cammarelle; per la scherma paralimpica, Emanuele Lambertini; per il nuoto paralimpico Giulia Ghiretti e Simone Ciulli; la campionessa mondiale oro di Londra per il Yudo, Giulia Quintavalle e per il nuoto olimpico Gabriele Detti.  Inoltre l’atleta olimpico Aldo Montano, sarà insignito di una pergamena istituzionale per merito sportivo”.

Ricominciare dal sitting volley

Lo sport è stato fondamentale anche nella vita di Giulia. “A 21 anni mi hanno diagnosticato la sclerosi multipla- racconta l’atleta paralimpica – io giocavo a pallavolo e in quel momento mi era crollato il mondo addosso. Volevo solo continuare a giocare e basta, senza dire niente, fin quando ce l’avrei fatta. Invece poi proprio grazie ad iniziative simili a Strabilianti, ho scoperto un nuovo modo di vivere la pallavolo, il sitting volley, ho imparato ad aprirmi a parlare della mia malattia, anche per essere d’aiuto agli altri”. E il percorso sportivo è stato costellato da tanti successi. “Faccio parte della Nazionale Italiana di sitting volley – racconta entusiasta –, l’anno scorso abbiamo partecipato alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, abbiamo fatto i Campionati Europei, e il prossimo novembre andremo in Bosnia per i Mondiali.! Per questo se incontrassi un ragazzo o una ragazza a cui è stata fatta una diagnosi simile alla mia, consiglierei di non chiudersi in se stesso, ma parlare e chiedere aiuto, perché noi siamo più forti delle nostre malattie o disabilità, e io lo posso testimoniare sulla mia pelle”