Spei satelles, lanciate nello spazio le parole del Papa

Vatican News

È partito dalla base californiana di Vanderberg il satellite che trasporta il nanobook con le parole di speranza che Francesco pronunciò in piazza San Pietro il 27 marzo 2020, quando l’umanità era nella morsa più dura della pandemia. Una volta in orbita, il Cubesat realizzato dal Politecnico di Torino trasmetterà alcuni dei messaggi di speranza del Pontefice, che potranno essere captati dai radioamatori di tutto il mondo. L’iniziativa è promossa dal Dicastero per la Comunicazione

Michele Raviart – Città del Vaticano

Una parola di speranza può essere infinitamente piccola, ma può raggiungere chiunque e arrivare ovunque, anche nello spazio. È quanto è avvenuto la scorsa notte, alle ore 23.19 italiane, dalla base spaziale di Vandenberg, in California, quando le parole del Papa che unirono l’umanità davanti alla pandemia, pronunciate in solitudine da Francesco in una Piazza San Pietro segnata dalla pioggia il 27 marzo del 2020, sono state lanciate in orbita intorno alla terra, custodite in un nanobook e trasportate da un satellite.

Un lavoro di squadra

“Spei Satelles”, “custode di speranza”, è il nome della missione spaziale, promossa dal Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, coordinata dall’Agenzia Spaziale Italiana, cui hanno partecipato il Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr), che ha realizzato il nanobook, il Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale del Politecnico di Torino, che ha costruito il satellite, e gli studenti dell’Istituto universitario salesiano di Venezia, che hanno realizzato il logo dell’evento. Hanno partecipato anche l’IDCGE di Buenos Aires, mentre all’apostolato digitale di Torino è stato affidato il coordinamento pastorale e culturale della missione.

Il momento del lancio della missione Spei satelles

Le parole del Papa in pochi millimetri

Il nanobook realizzato dall’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Cnr è una piccola lastra di silicio grande all’incirca due millimetri per due, che al suo interno avrà inciso in codice binario il messaggio e le immagini del Papa della Statio Orbis del 2020 raccolte nel volume “Perché avete paura, non avete ancora fede?” edito dalla Libreria Editrice Vaticana. Una scelta obbligata, quella di tradurre le parole di Francesco in serie di “0” e “1”, perché era impossibile adattare i caratteri di stampa tradizionale a dimensioni così piccole. Per dare un’idea, ogni foro inciso in corrispondenza del carattere “1” – lo “0” rimane uno spazio vuoto – è grande meno di un millesimo dello spessore di un capello umano.

I dettagli del lancio satellitare

Cubesat 3U è invece il tipo di satellite progettato in cinque mesi dal Politecnico di Torino in cui il nanobook sarà inserito e inviato nello spazio. Si tratta di un parallelepipedo di dimensioni 34x10x10 centimetri dal peso di quasi tre chili. All’esterno è ricoperto da pannelli solari necessari per la sua alimentazione, mentre all’interno, oltre al nanobook, ci sono due computer di bordo, una batteria, sensori per le misurazioni, piccoli magneti per la stabilizzazione e due sistemi di comunicazione a frequenza ultra alta UHF. Questi ultimi trasmetteranno attraverso due antenne alcuni messaggi di speranza che Papa Francesco ha pronunciato durante il suo magistero e che potranno essere captati dai radioamatori di tutto il mondo.

La parola del Papa ogni volta che sorgerà il sole

Dopo il lancio il satellite, i cui sistemi ad alta tecnologia sono stati benedetti da Papa Francesco lo scorso 29 marzo, ha raggiunto lo spazio attraverso un razzo vettore Falcon 9 di Space X e, grazie al veicolo di trasferimento orbitale ION dell’azienda italiana D-ORBIT, sarà infatti posizionato a 525 chilometri di altezza dalla Terra in sincronia con la rotazione del sole, in modo da poter sorvolare ogni punto della superficie terrestre alla stessa ora locale solare. Ogni volta che sorgerà, chi sarà collegato alla frequenza di 437,5 Mhz, portà essere raggiunto da una parola di conforto e di sprone sulla strada della speranza.

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