Siria, 4 milioni di persone attendono la proroga degli aiuti umanitari

Vatican News

Lunedì 10 luglio è scaduto l’accordo che ha consentito, negli ultimi mesi, l’arrivo di aiuti umanitari nella parte nord-occidentale del Paese. Le Nazioni Unite non hanno trovato l’accordo politico per la proroga. A rischio si trovano milioni di persone che pagano il prezzo di una lunga guerra e del terremoto dello scorso inverno

Andrea De Angelis – Città del Vaticano

L’accordo è scaduto, ma il tempo ancora no. In queste ore si lavora senza sosta per far sì che nessun Paese ponga il veto alla proroga di un accordo che ha consentito a 4 milioni di persone di ricevere assistenza umanitaria. Il meccanismo Onu di aiuti transfrontalieri, che permette di inviare cibo, acqua o medicinali dalla Turchia – senza l’autorizzazione di Damasco – agli abitanti della Siria nordoccidentale sotto il controllo dei ribelli, è scaduto lunedì 10 luglio. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu non è riuscito a tenere una votazione per estenderlo. 

Il ruolo della Russia

Secondo quanto reso noto dalle agenzie di stampa internazionali, la Russia ha presentato una controproposta per ridurre l’operazione a una proroga di soli sei mesi e i membri del Consiglio si stanno consultando per vedere se è possibile raggiungere un consenso per evitare il veto alla risoluzione da parte di uno dei Paesi in grado di esercitarlo (oltre a Mosca, anche Cina, Stati Uniti, Regno Unito e Francia). Il voto potrebbe essere fissato nella giornata di oggi, martedì 11 luglio. 

L’Onu: fornire assistenza umanitaria

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres “ha chiesto un rinnovo per altri 12 mesi e continuerà a sostenere la necessità di espandere l’operazione per fornire assistenza umanitaria”, ha dichiarato il suo portavoce, sottolineando come 79 camion di aiuti noleggiati dal Programma Alimentare Mondiale e dall’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni siano passati da Bab al Hawa in sole 24 ore. Da febbraio, il mese del devastante terremoto che ha colpito tutta la Turchia meridionale e la Siria settentrionale, i camion sono quasi 4mila. Nel nord ovest della Siria vivono circa 4 milioni di persone, molte delle quali sfollate da altre parti del Paese dopo essere sfuggite al regime: le loro condizioni erano dunque già estremamente precarie prima del sisma di quest’anno.