Adriana Masotti – Città del Vaticano
Secondo l’ong SOS Méditerranée, oltre 700 persone che tentavano di attraversare il Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna sovraffollate sono state salvate durante il fine settimana, in particolare al largo di Malta e della Libia. “Il più giovane migrante sopravvissuto ha solo tre mesi”, ha detto la ong. Non è ancora stato determinato in quale porto “sicuro” queste persone potranno sbarcare.
La situazione a Lampedusa
Undici gli sbarchi registrati invece a Lampedusa, sempre nel fine settimana, per un totale di 191 migranti. Fra loro molti i tunisini, mentre altri migranti hanno dichiarato d’essere scappati da Bangladesh, Egitto e Sudan. Nell’hotspot dell’isola, attualmente sono presenti 1.135 migranti, a fronte di una capienza massima di 250. Per alleggerire la struttura di accoglienza, la polizia ha imbarcato circa 200 migranti sulla nave quarantena Azzurra per trasferirli a Porto Empedocle e altrettanti sulla nave di linea sempre con destinazione Porto Empedocle.
Nell’isola è nata Maria
Intanto, nella notte di sabato scorso nel poliambulatorio di Lampedusa è nata Maria. La mamma, Rita, era stata evacuata dalla nave che l’aveva raccolta nel Mediterraneo e trasferita nell’isola. Proveniente dalla Costa d’Avorio, minacciava un parto prematuro. La bimba porta il nome di Maria Raimondo, l’infermiera di Corleone che ha assistito la signora nel parto. “La forza della vita irrompe in uno scenario da incubo tra mare e sofferenza”, ha sottolineato il direttore generale dell’Azienda sanitaria di Palermo, Daniela Faraoni. Rita e la figlia Maria sono state trasferite in elisoccorso all’Ospedale Ingrassia di Palermo dove si trovano ricoverate per i normali controlli.
Un fenomeno che l’Ue potrebbe governare
Nonostante la persistente insicurezza, la Libia rimane un importante punto di passaggio per decine di migliaia di migranti che ogni anno cercano di raggiungere l’Europa attraverso la costa italiana, a circa 300 km da quella libica. La portavoce francese dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Céline Schmitt, ha chiesto all’Europa, all’inizio di luglio, di istituire con urgenza un meccanismo di distribuzione prevedibile e solidale dei migranti salvati, per offrire loro garanzie di una migliore accoglienza e non lasciare in prima linea solo i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. “Se guardiamo al Mediterraneo centrale l’anno scorso sono arrivate meno di 50.000 persone – ha detto – Questo è totalmente gestibile in considerazione della popolazione europea”. “Sostenendo migliori pratiche di gestione della migrazione, una migliore governance della migrazione e una maggiore solidarietà da parte degli Stati membri dell’Ue, possiamo ottenere un approccio più chiaro, più sicuro e più umano a questo problema, a cominciare dal salvare vite in mare”, ha sostenuto anche il portavoce dell’Organizzazione internazionale per le Migrazioni, OIM, Paul Dillon. Secondo l’OIM, almeno 1.113 persone sono morte nel Mediterraneo nella prima metà del 2021 mentre cercavano di raggiungere l’Europa. Da parte sua l’ong SOS Mediterranée sostiene di aver salvato più di 34.000 persone dal febbraio 2016, prima con l’Aquarius e poi con l’Ocean Viking.