Al briefing nella Sala Stampa vaticana oggi il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, monsignor Manuel Nin Güell, esarca apostolico per i cattolici di rito bizantino in Grecia, padre Radcliffe e suor Becquart, X.M.C.J., sotto-segretaria della Segreteria generale del Sinodo. Ruffini, presidente della Commissione per l’informazione, ha riferito che nella sessione sinodale odierna è stato presentato il progetto del Documento finale
21/10/2024
Il prefetto della Dottrina della Fede nella congregazione generale del Sinodo di stamane ha sottolineato che per il Papa la questione delle “diaconesse” non è matura mentre …
Il ruolo delle donne
E proprio sul ruolo della donna si è concentrata la parte conclusiva del briefing. Su questo punto, Radcliffe ha invitato a non focalizzarsi solo sugli ordini sacri, considerando invece «le posizioni più alte che hanno acquisito nei secoli di storia le tante donne diventate dottori della Chiesa. Se non teniamo presenti che fondamentali sono i sacramenti e gli insegnamenti della Chiesa, misurando tutto con il metro dell’ordinazione rischiamo di scivolare solo in posizioni molto clericali». «È vero — ha aggiunto monsignor Güell — leggendo i testi dei padri della Chiesa, si vede come molti “apoftegmi” appartengano a madri del deserto, con una profondità teologica, umana e psicologica notevolissima: evitiamo la tentazione di sottolineare il ruolo della donna con il clericalismo». A far loro eco, la stessa sotto-segretaria Beqcuart, che ha evidenziato come sia importante la prospettiva con cui si guarda la Chiesa. «Oggi ci sono già donne in ruoli apicali, presidenti di università cattoliche, di organismi come le Caritas o di sezioni di Conferenze episcopali». Dunque, «ci sono tanti modi per promuovere la leadership femminile, basti pensare anche ai tanti vescovi che stanno nominando donne come delegati generali diocesani, con la possibilità quindi di concorrere nella governance dell’istituzione».
Serve una conversione della mentalità
Quando si affronta questo argomento, ha aggiunto Zuppi, «si ha la sensazione che nella prassi, già oggi e non solo nella storia del pensiero cristiano e cattolico, ci sia molto di più di quanto comunemente si vede». Dopo di che, occorre anche dire, ha proseguito Becquart, «che permangono tuttora ostacoli e difficoltà, rinvenibili soprattutto a livello culturale e sociale. Perché la Chiesa fa parte della società. Lo riscontro, per esempio, parlando anche con vescovi di fede anglicana o ambasciatrici. Se in un consesso diplomatico interviene un uomo, a quel discorso si dà un peso, se interviene una donna, la considerazione è minore: spesso è un qualcosa di inconscio. Ma ciò mi convince del fatto, ha concluso, che è necessaria una vera conversione della mentalità, e ci vuole tempo: perché noi la mentalità la ereditiamo non solo dalla Chiesa ma anche dalla società in cui viviamo». Infine, sul timore richiamato da Radcliffe nella sua meditazione della mattina relativamente alla delusione che alcuni potrebbero provare nel momento dell’approvazione del Documento finale, il teologo domenicano ha invitato a «superare la difficoltà a capire la vera natura del Sinodo», che — come detto più volte dal Papa — «non è un parlamento, ma un luogo di ascolto nella comunione».