“Come essere Chiesa sinodale missionaria” è la domanda guida dell’Instrumentum laboris per la Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, in programma ad ottobre 2024.
Introduzione
Preparerà il Signore dell’universo per tutti i popoli, su questo monte,
un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti,
di cibi succulenti, di vini raffinati.
Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre.
Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto,
l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra,
poiché il Signore ha parlato.
Is 25,6-8
Il profeta Isaia presenta l’immagine di un banchetto sovrabbondante e prelibato preparato dal Signore sulla cima del monte, simbolo di convivialità e di comunione, destinato a tutti i popoli. Al momento di tornare al Padre, il Signore Gesù affida ai suoi discepoli il compito di raggiungere tutti i popoli, per servire loro un banchetto fatto di un cibo che dona pienezza di vita e di gioia. Attraverso la sua Chiesa, guidata dal suo Spirito, il Signore vuole riaccendere la speranza nel cuore dell’umanità, restituire la gioia e salvare tutti, in particolare coloro che hanno il volto rigato di lacrime e verso di Lui gridano nell’angoscia. Le loro grida giungono alle orecchie di tutti i discepoli di Cristo, uomini e donne che camminano nelle profondità delle vicende umane. Il loro stridore è ancora più forte in questo tempo in cui il cammino sinodale è stato accompagnato dallo scoppio di nuove guerre e conflitti armati, che si sono aggiunti ai troppi che continuano a insanguinare il mondo.
Al cuore del Sinodo 2021-2024. Per una Chiesa sinodale. Comunione, partecipazione, missione c’è una chiamata alla gioia e al rinnovamento del Popolo di Dio nella sequela del Signore e nell’impegno al servizio della sua missione. La chiamata a essere discepoli missionari si fonda sulla comune identità battesimale, si radica nella diversità di contesti in cui la Chiesa è presente e trova unità nell’unico Padre, nell’unico Signore e nell’unico Spirito. Essa interpella tutti i Battezzati, senza eccezioni: «Tutto il Popolo di Dio è il soggetto dell’annuncio del Vangelo. In esso, ogni Battezzato è convocato per essere protagonista della missione poiché tutti siamo discepoli missionari» (CTI, n. 53). Questo rinnovamento trova espressione in una Chiesa che, radunata dallo Spirito mediante la Parola e il Sacramento (cfr. CD 11), annuncia la salvezza che continuamente sperimenta a un mondo affamato di senso e assetato di comunione e solidarietà. È per questo mondo che il Signore prepara un banchetto sul suo monte.
Praticare la sinodalità è il modo attraverso cui rinnoviamo oggi il nostro impegno per questa missione ed è espressione della natura della Chiesa. Crescere come discepoli missionari vuol dire, innanzi tutto, rispondere alla chiamata di Gesù a seguirlo, corrispondendo al dono ricevuto quando siamo stati battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; e poi vuol dire imparare ad accompagnarci a vicenda come Popolo di pellegrini in cammino nella storia verso una destinazione comune, la Città celeste. Percorrendo questo cammino, spezzando il pane della Parola e dell’Eucarestia, veniamo trasformati in ciò che riceviamo. Comprendiamo così che la nostra identità di Popolo salvato e reso santo ha una imprescindibile dimensione comunitaria che abbraccia tutte le generazioni di credenti che ci hanno preceduto e ci seguiranno: la salvezza da ricevere e da testimoniare è relazionale, poiché nessuno si salva da solo. O meglio, usando le parole del contributo di una Conferenza Episcopale asiatica, cresciamo pian piano in questa consapevolezza: «La sinodalità non è semplicemente un obiettivo, ma un cammino di tutti i Fedeli, da compiere insieme mano nella mano. Per questo comprenderne appieno il senso richiede tempo». Sant’Agostino parla della vita cristiana come di un pellegrinaggio solidale, un camminare insieme «verso Dio non a passi, ma con gli affetti» (Discorso 306 B, 1), condividendo una vita fatta di preghiera, annuncio e amore per il prossimo.
Il Concilio Vaticano II insegna che «a questa unione con Cristo luce del mondo sono chiamati tutti gli uomini: da lui veniamo, per lui viviamo, verso di lui tendiamo» (LG 3). Al cuore del cammino sinodale sta il desiderio, antico e sempre nuovo, di comunicare a tutti la promessa e l’invito del Signore, custoditi nella tradizione viva della Chiesa, di riconoscere la presenza del Risorto in mezzo a noi e di accogliere i molti frutti dell’azione del suo Spirito. La visione della Chiesa, Popolo di pellegrini, che in ogni parte della terra è alla ricerca della conversione sinodale per amore della propria missione, ci guida mentre con gioia e speranza avanziamo nel percorso del Sinodo. Questa visione contrasta duramente con la realtà di un mondo in crisi, le cui ferite e scandalose disuguaglianze risuonano dolorosamente nel cuore di tutti i discepoli di Cristo, spingendoci a pregare per tutte le vittime della violenza e dell’ingiustizia e a rinnovare il nostro impegno a fianco delle donne e degli uomini che in ogni parte del mondo si adoperano come artigiani di giustizia e di pace.
Tre anni di cammino
Dopo l’apertura del processo sinodale il 9-10 ottobre 2021, le Chiese locali di tutto il mondo, con ritmi diversi ed espressioni multiformi, si sono impegnate in una prima fase di ascolto. Appartenere alla Chiesa significa essere inseriti nell’unico Popolo di Dio, costituito da persone e comunità che vivono in tempi e luoghi concreti: da queste comunità è partito l’ascolto sinodale, passando poi per le tappe diocesane, nazionali e continentali, in un continuo dialogo rilanciato dalla Segreteria Generale del Sinodo attraverso documenti di sintesi e di lavoro. La circolarità del processo sinodale è un modo per riconoscere e valorizzare il radicamento della Chiesa in una varietà di contesti, a servizio dei legami che li uniscono.
La novità di questa prima fase è stata l’esperienza delle Assemblee continentali, che hanno riunito le Chiese locali della medesima macroregione, invitandole a imparare ad ascoltarsi, ad accompagnarsi a vicenda nel cammino e a discernere insieme le sfide principali che il contesto in cui si trovano pone alla realizzazione della missione.
La Prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2023) ha aperto la seconda fase, accogliendo i frutti di questo ascolto per discernere, nella preghiera e nel dialogo, i passi che lo Spirito chiede di compiere. Tale fase prosegue fino alla conclusione della Seconda Sessione (ottobre 2024), che offrirà al Santo Padre il frutto del proprio lavoro, in vista di una più intensa attuazione concreta da parte di tutte le Chiese locali.
La preparazione della Seconda Sessione si fonda necessariamente sui risultati della Prima, raccolti nella RdS. Sulla sua base, in linea con la circolarità che contraddistingue l’intero processo sinodale e in vista di una precisa focalizzazione dei lavori della Seconda Sessione, è stata avviata una ulteriore consultazione delle Chiese locali di tutto il mondo, a partire da una domanda guida: «Come essere Chiesa sinodale in missione?». Come spiega il documento Verso ottobre 2024, l’obiettivo della consultazione era «identificare le vie da percorrere e gli strumenti da adottare nei diversi contesti e nelle diverse circostanze, così da valorizzare l’originalità di ogni Chiesa locale e di ogni Battezzato nell’unica missione di annunciare il Signore risorto e il suo Vangelo al mondo di oggi. Non si tratta dunque di limitarsi al piano dei miglioramenti tecnici o procedurali che rendano più efficienti le strutture della Chiesa, ma di lavorare sulle forme concrete dell’impegno missionario a cui siamo chiamati, nel dinamismo tra unità e diversità proprio di una Chiesa sinodale».
Le risposte alla domanda guida inviate dalla gran parte delle Conferenze Episcopali e dai loro raggruppamenti continentali, dalle Chiese Orientali Cattoliche, dalle Diocesi che non fanno parte di una Conferenza Episcopale, dai Dicasteri della Curia Romana, dall’Unione Superiori Generali e dall’Unione Internazionale delle Superiore Generali in rappresentanza della vita consacrata, così come le testimonianze di esperienze e buone pratiche giunte da ogni parte del mondo e le osservazioni di quasi duecento realtà internazionali, facoltà universitarie, associazioni di Fedeli, comunità e singole persone, hanno costituito la base per la redazione di questo Instrumentum laboris per la Seconda Sessione, radicandolo nella vita del Popolo di Dio di tutto il mondo.
Queste voci hanno dato espressione alla gratitudine per il cammino fatto, alle fatiche che esso talvolta richiede, ma soprattutto al desiderio di muovere passi in avanti. Così si esprime una Conferenza Episcopale dell’America settentrionale: «La gratitudine per il cammino sinodale è profonda […] Rimangono anche tensioni, che richiederanno di proseguire nella riflessione e nel dialogo, traendo ispirazione dall’idea di cultura dell’incontro proposta da Papa Francesco. Ma queste tensioni non rompono la comunione della carità nella Chiesa». Ricordano anche che la strada da fare è ancora lunga.
Come già nelle fasi precedenti, vengono riaffermati i frutti dell’adozione del metodo della conversazione nello Spirito. Segnala ad esempio una federazione di Conferenze Episcopali: «Molte sintesi provenienti da tutta l’Asia esprimono un incredibile entusiasmo per la metodologia sinodale, che usa la conversazione nello Spirito come punto di partenza del cammino. Molte Diocesi e Conferenze Episcopali hanno introdotto questo metodo nelle loro strutture, con grande successo». Questo entusiasmo si è già tradotto in passi concreti di sperimentazione di un modo di procedere più sinodale. In una Conferenza Episcopale europea «si è deciso di avviare una fase di sperimentazione sinodale di cinque anni. A livello nazionale si tratta di sviluppare, valutare e perfezionare forme di consultazione sinodale, di dialogo, di discernimento, così come processi decisionali che articolino la fase dell’elaborazione (decision-making) con la presa della decisione (decision-taking). Si prenderanno in considerazione le esperienze delle Diocesi, così come gli sviluppi sinodali nelle altre parti del mondo e nella Chiesa universale. Siamo all’inizio di un percorso di apprendimento esigente ma importante». Grande è la consapevolezza del valore delle Chiese locali e del loro cammino, della ricchezza di cui sono portatrici e della necessità che le loro voci siano ascoltate. Secondo la sintesi inviata da una Conferenza Episcopale africana «non si possono più considerare e trattare le Chiese locali semplicemente come destinatarie dell’annuncio del Vangelo, che hanno poco o nulla con cui contribuire».
A questi contributi si sono aggiunti i frutti dell’Incontro internazionale “I Parroci per il Sinodo” (Sacrofano [Roma], 28 aprile – 2 maggio 2024), che ha consentito di dare ascolto ai Presbiteri impegnati nel ministero parrocchiale. Le sintesi dei gruppi di lavoro esprimono innanzi tutto «la gioia per la possibilità di ascoltarsi a vicenda: una esperienza arricchente, che ha alimentato un profondo senso di comprensione e di rispetto per le specificità del contesto di provenienza di ciascuno». Esprimono «il bisogno di una nuova comprensione del ruolo del Parroco in una Chiesa sinodale, nel rispetto della varietà delle tradizioni nella Chiesa» e la preoccupazione di non riuscire a raggiungere le periferie e coloro che vivono ai margini: «Se la Chiesa vuole essere sinodale, deve ascoltare queste persone».
Ugualmente hanno offerto materiali per la redazione di questo Instrumentum laboris i cinque Gruppi di lavoro costituiti dalla Segreteria Generale del Sinodo, composti da esperti di diversa provenienza geografica, genere e condizione ecclesiale, che hanno lavorato con metodo sinodale in vista di un approfondimento teologico e canonistico della nozione di sinodalità e delle sue implicazioni per la vita della Chiesa.
A un gruppo di esperti, composto da Vescovi, Presbiteri, Consacrati, Laici, uomini e donne, teologi, canonisti e biblisti, di tutti i continenti e di diversa condizione ecclesiale, è stato affidato il compito di leggere tutti i contributi e materiali pervenuti, articolando le risposte date alla domanda fondamentale in vista della redazione di questo Instrumentum laboris. Le riflessioni di questo gruppo, così come quelle dei cinque Gruppi di lavoro sopra menzionati, confluiranno anche nel sussidio che accompagnerà questo Instrumentum laboris, scandagliando il fondamento teologico di alcuni contenuti.
A fianco al lavoro di preparazione della Seconda Sessione, ha preso il via quello dei dieci Gruppi di studio, incaricati di approfondire altrettante tematiche emergenti dalla RdS, identificate dal Santo Padre al termine di una consultazione internazionale. Questi Gruppi di studio, formati da Pastori ed esperti di tutti i continenti, seguono un metodo di lavoro sinodale, sono «costituiti di comune accordo tra i Dicasteri della Curia Romana competenti per i diversi temi e la Segreteria Generale del Sinodo, a cui è affidato il coordinamento», in base al Chirografo firmato da Papa Francesco il 16 febbraio 2024 e nello spirito della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium (art. 33). Dovranno completare l’approfondimento entro giugno 2025, se possibile, ma offriranno all’Assemblea di ottobre 2024 una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori. In questo modo, senza aspettare la conclusione della Seconda Sessione, Papa Francesco ha già recepito alcune indicazioni della Prima e avviato i lavori della fase di attuazione, nella forma prevista dalla Costituzione Apostolica Episcopalis Communio: «Insieme al Dicastero della Curia Romana competente, nonché, secondo il tema e le circostanze, agli altri Dicasteri in vario modo interessati, la Segreteria Generale del Sinodo promuove per la propria parte l’attuazione degli orientamenti sinodali approvati dal Romano Pontefice» (art. 20, c. 1). Inoltre, d’intesa con il Dicastero per i Testi Legislativi, al servizio del Sinodo è stata istituita una Commissione canonistica. Infine, in attuazione dell’indicazione data dalla Prima Sessione (cfr. RdS 16q), il 25 aprile 2024 il SECAM (Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar) ha annunciato la costituzione di una Commissione speciale per il discernimento delle implicazioni teologiche e pastorali della poligamia per la Chiesa in Africa.
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