Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Il bilancio provvisorio delle manifestazioni in Sierra Leone è di almeno 24 morti: 6 agenti di polizia più di una dozzina di civili. Dopo le proteste dei giorni scorsi, è tornata la calma nel Paese dell’Africa occidentale Nello Stato più povero del continente africano, il malcontento della popolazione per il caro vita è sfociato nei giorni scorsi in disordini e scontri con le forze dell’ordine, che si sono placati solo ieri, dopo che il governo, nel tentativo di arginare le violenze, aveva imposto il coprifuoco e bloccato la rete internet. Centinaia di persone hanno protestato perché in grave difficoltà a causa del peggioramento delle condizioni economiche dovuto al forte aumento dei prezzi del riso, del petrolio e conseguentemente del carburante. L’iniziativa è nata da un gruppo di donne commercianti, che ha indetto una manifestazione pacifica dopo diversi appelli lanciati sui social network. L’ex colonia britannica, con i suoi 7 milioni e mezzo di abitanti, vive una situazione difficile, segnata dalla guerra civile, che l’ha dilaniata dal 1991 al 2002, dall’epidemia di Ebola, esplosa nel 2014, dalla pandemia di Covid-19 e dalle conseguenze della guerra in Ucraina.
Le manifestazioni in diverse città del nord
Le proteste nel Paese, dove, secondo la Banca mondiale, più della metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, si sono concentrate nel nord e nell’ovest. Mercoledì scorso violenti scontri si sono verificati nella capitale Freetown, dove i dimostranti chiedevano le dimissioni del presidente, Julius Maada Bio, ritenuto incapace di arginare la crisi economica, a Kmakawi e a Makeni. I manifestanti hanno lanciato pietre contro le forze dell’ordine e bruciato pneumatici. Le immagini circolate nei media hanno mostrato nuvole di fumo, gas lacrimogeni e agenti armati a presidiare le strade. Diverse le stazioni di polizia vandalizzate. Il capo dello Stato, in visita privata nel Regno Unito, è tornato in patria immediatamente per affrontare l’emergenza. Nella giornata di ieri la connessione internet è risultata in gran parte bloccata, nella capitale i negozi sono rimasti chiusi e la gente, per paura dei disordini, non si è allontanata da casa. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, si è detta “allarmata per i numerosi morti e feriti” in Sierra Leone e ha invitato il governo a “svolgere indagini tempestive, imparziali e complete, aggiungendo che le autorità “devono autorizzare proteste pacifiche, piuttosto che prevenirle, e astenersi da risposte sproporzionate e non necessarie come l’oscuramento di Internet e l’imposizione del coprifuoco”.