Si è dimesso Jean-Luc Moens, moderatore di Charis

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Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

In una lettera Jean-Luc Moens, padre di sette figli, spiega di aver preso questa decisione per essere più vicino alla propria famiglia in una situazione difficile. Nel 2018 la figlia maggiore, madre di due bambini, è stata colpita da gravi problemi di salute che le hanno procurato una doppia paralisi. “Durante il mio incontro con Francesco lo scorso 19 febbraio – ricorda il professore belga nella lettera – il Papa mi ha chiesto della mia situazione familiare e ha mostrato grande compassione per la pesante prova che stiamo attraversando”. “Mi ha incoraggiato a pregare e a discernere come gestire questa situazione imprevedibile, lasciandomi completamente libero di prendere la decisione migliore per il bene della mia famiglia”. Dopo “molta preghiera”, aggiunge Jean-Luc Moens, è arrivata la decisione delle dimissioni per essere più vicino alla famiglia. Adesso è giunto il tempo di aprire una nuova via. “Mentre stavo facendo discernimento nella lode mattutina con lo staff di Roma – spiega Jean-Luc Moens – abbiamo cantato l’inno di Don Moen ‘God will make a way’ (Dio aprirà una via). È stata una vera luce per me e mi ha dato una profonda pace interiore e gioia. Ho sentito che il Signore parlava direttamente a me attraverso le parole della canzone, ma anche a tutti voi. Ci stava dicendo: aprirò una nuova via dove sembra che non ci sia”.

Cantalamessa: non dimenticheremo l’esempio di Jean-Luc Moens

L’assistente ecclesiastico di Charis, il cardinale Raniero Cantalamessa, sottolinea a sua volta in una lettera che Jean-Luc Moens “ha lasciato un esempio commovente di dedizione”, dando “tutte le sue energie in una situazione familiare tanto delicata”. “Con il suo sofferto abbandono ha lasciato a Charis un esempio che non dimenticheremo e lo accompagneremo con il nostro affetto”. “In questo momento di passaggio – aggiunge il porporato – voglio che sappiate che vi sono vicino, soprattutto con la mia preghiera”. “Vi esorto a guardare in avanti, fiduciosi nella fedeltà del Signore. Noi sappiamo che abbiamo tra le mani un tesoro destinato a tutta la Chiesa e dobbiamo continuare con umiltà e coraggio a proporlo, sapendo che la corrente di grazia dello Spirito si fa strada nei cuori per forza propria e arriva nei modi e nei luoghi dove meno ci aspettiamo”. Il servizio unico internazionale per il Rinnovamento carismatico cattolico Charis è stato eretto l’8 dicembre del 2018 dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. I suoi statuti sono entrati in vigore a Pentecoste di due anni fa. Incontrando l’8 giugno del 2019 i partecipanti alla Conferenza internazionale dei leader del Rinnovamento carismatico cattolico promosso da Charis, Papa Francesco sottolinea la nascita di “un servizio per tutte le realtà carismatiche che lo Spirito ha suscitato nel mondo”.  Non un organismo “che serve alcune realtà”, ma un unico servizio. In quell’occasione, Francesco spiega anche cosa la Chiesa si attende da questo nuovo servizio, da Charis e da tutto il Rinnovamento Carismatico. “Che questo movimento – afferma – condivida il Battesimo nello Spirito Santo con tutti nella Chiesa. È la grazia che voi avete ricevuto. Condividetela”. “Che serva all’unità del corpo di Cristo che è la Chiesa, comunità dei credenti in Gesù Cristo”. “E che serva i poveri, i più bisognosi di ogni bisogno, fisico e spirituale”.