Continuano i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, mentre la giornata di ieri è stata segnata da un nulla di fatto sul possibile rilascio di 50 ostaggi nelle mani di Hamas. Intanto all’Onu forte confronto tra il segretario generale, Antonio Guterres, e i rappresentanti israeliani sull’origine del conflitto
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
“Le sofferenze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas del 7 ottobre”. Ieri al Consiglio di Sicurezza dell’Onu il segretario generale, Antonio Guterres, ha condannato senza mezzi termini il sanguinoso attacco dei miliziani fondamentalisti che il 7 ottobre scorso ha causato la morte di oltre 1400 civili israeliani. Nel suo discorso Guterres ha poi detto che “è importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla, ma da 56 anni di soffocante occupazione israeliana”. Questa l’interpretazione di quanto sta avvenendo in Medio Oriente da parte del vertice delle Nazioni Unite. Immediata e forte la replica dell’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan, che ha criticato con forza la seconda parte dell’intervento di Guterres, chiedendone le dimissioni dalla guida del Palazzo di Vetro. “Non vi è alcuna giustificazione nè senso – ha detto ancora il diplomatico – parlare con coloro che mostrano comprensione per gli atti più terribili commessi contro i cittadini di Israele, tanto meno da un’organizzazione dichiaratamente terroristica”. Ha fatto eco ad Erdan il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby: “la colpa del 7 ottobre – ha sottolineato – è esclusivamente di Hamas, non di Israele, né dei civili innocenti”. Ulteriore risposta alle parole di Guterres è venuta dalla annunciata negazione dei visti di ingresso in Israele ai funzionari delle Nazioni Unite.
Unicef: centinaia di bambini sotto le bombe
Intanto sul terreno continuano gli attacchi israeliani sulla Striscia, con continui bombardamenti. L’Unicef denuncia che oltre 1.600 bambini sarebbero stati uccisi in due settimane di bombardamenti a Gaza. Più di 4.200 sarebbero stati invece feriti. “L’uccisione e la mutilazione di minori, gli attacchi su ospedali e scuole e la negazione dell’accesso umanitario costituiscono gravi violazioni dei diritti dei bambini. L’umanità deve prevalere”. Lo rende noto Adele Khodr, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa. Le piccole vittime si aggiungono alle decine israeliane causate da Hamas il 7 ottobre scorso
Il fronte nord
Sul terreno si aggrava la situazione del fronte nord. Di ieri numerosi attacchi con missili dal Libano che hanno provocato un esteso blackout sulle alture del Golan controllate da Israele. Nella zona limitrofa libanese sono numerose le postazioni de miliziani sciiti filoiraniani Hezbollah. Si registrano anche raid di Israele contro postazioni dell’esercito siriano.
Stallo sugli ostaggi
Rimane alta la preoccupazione degli oltre 200 ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. Ieri si era sperato nella liberazione di 50 di loro con doppia nazionalità, grazie alla mediazione di Qatar ed Egitto, poi tutto si è bloccato. Appare evidente come la sorte dei sequestrati sia collegata alla continuazione degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza e ad un eventuale attacco di terra, e viceversa. Sulla questione è intervenuto ieri il presidente francese, Emmanuel Macron. “Faremo tutto il possibile per farli tornare sani e salvi alle loro case”, ha promesso il capo dell’Eliseo, che ieri è stato in visita in Israele dove ha incontrato il premier Benjamin Netanyahu e le famiglie dei francesi uccisi, dispersi o ostaggi nella Striscia di Gaza. Macron ha anche incontrato a Ramallah, in Cisgiordania, il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, mentre oggi sarà ad Amman dove probabilmente vedrà re Abdallah II.