Si è aperto nella capitale tedesca l’incontro internazionale che vede riuniti, sino al 12 settembre, leader religiosi, uomini politici e di cultura. Alla cerimonia inaugurale, il presidente tedesco Steinmeier ha ribadito la necessità di aiutare gli ucraini a difendersi, accusando Mosca di non volere la pace. Andrea Riccardi: bisogna credere in un’alternativa alla guerra
Francesca Sabatinelli – Berlino
La guerra in Ucraina con il suo carico di sofferenza, distruzione e morte è entrata di diritto, sin dalle prime battute, all’incontro internazionale “L’audacia della pace”, promosso a Berlino, dal 10 a l2 settembre, dalla Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con le Chiese cattolica ed evangelica di Berlino. Un evento che vede riuniti i leader delle principali religioni mondiali, assieme a uomini di cultura e della politica di 40 Paesi diversi, e che nasce dall’eredità della preghiera ad Assisi delle religioni voluta nel 1986 da Giovanni Paolo II. Alla cerimonia di apertura, ieri pomeriggio, alla Verti Music Hall, le note del quartetto d’archi della orchestra sinfonica giovanile ucraina hanno scandito gli interventi dei relatori, tutti uniti nell’invocazione della pace, nel ribadire la necessità del dialogo, e nel riconoscere alla Comunità di Sant’Egidio il fondamentale ruolo di mediazione avuto negli anni nell’ambito di diversi conflitti, e la capacità di ribadire instancabilmente l’importanza della pace e la fiducia nel dialogo tra le diverse religioni.
Steinmeier: sostenere l’Ucraina in qualunque modo
La condanna del conflitto è stata comune. Comune anche la convinzione del diritto degli ucraini alla difesa e, allo stesso tempo, della necessità di un impegno internazionale per il dialogo e per mettere fine alla carneficina in atto. Di sicuro però, ha indicato il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, “se l’Ucraina smette di difendersi, sarà la fine dell’Ucraina”. Da qui la necessità di fornire qualunque aiuto al Paese, anche – ha indicato Stenmeier – attraverso l’invio di armi. Il leader tedesco ha quindi sollecitato i fedeli a non giustificare mai con la religione l’odio e la violenza e ha chiesto agli europei di opporsi a ciò che sta accadendo facendo tesoro dell’imperativo “mai più” nato dalla lezione impartita dalla Seconda Guerra mondiale. Aperta poi la sua accusa verso Mosca che “rifiuta la pace”, quando invece tutti la vogliono, a partire dal popolo ucraino.
Riccardi: investire in dialogo, diplomazia e incontro
La guerra segna la sconfitta dell’umanità e della politica, aveva detto poco prima il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi. Negli anni, soprattutto con la “scomparsa della generazione della guerra e dei testimoni della Shoah”, ci si è dimenticati di cosa significhi “l’orrore della guerra”, ha affermato; nonostante ciò, il messaggio che Berlino in questi giorni può mandare riporta all’ “audacia dell’’89”, a quando la città divenne il simbolo della riunificazione della Germania, della fine della divisione del mondo in blocchi, e a quando a cancellare “l’eredità della guerra” fu un movimento di pressione pacifica delle persone. “L’odierna situazione internazionale – è stata la constatazione di Riccardi – è lontana dalle speranze alla caduta del Muro” e oggi “non si riesce a liberare l’umanità dalla guerra: in Ucraina, in Africa e in tante altre parti del mondo”. Tuttavia, si deve “credere che c’è un’alternativa”, proprio quella “audacia della pace” che nasce dall’investire nel dialogo, nella diplomazia, nell’incontro.
L’autocritica delle religioni
In questo contesto, le religioni devono fare autocritica, indispensabile per essere credibili costruttori di pace, ciò che ha chiesto monsignor Georg Batzing, presidente della Conferenza Episcopale tedesca, per il quale “è inaccettabile” ciò che “salta agli occhi anche ai giorni nostri, che una Chiesa cristiana legittima una guerra contro un Paese vicino”. Sarà solo l’alleanza tra le religioni, libere dai legacci dell’estremismo, a poter affrontare il moltiplicarsi delle guerre e delle violazioni della democrazia di cui ha parlato il presidente della Guinea Bissau, Umaro El Mokhtar Sissoko Embalò, che, guardando al continente africano ha ricordato come la povertà, i cambiamenti climatici e tutti i problemi socio-economici dell’Africa e non solo, siano “manipolati da parte delle forze oscure della criminalità e del jihadismo” generando violenza e distruggendo gli Stati. A portare Il pensiero di tutti i presenti al Marocco per il grave terremoto che ha colpito il Paese è stato poi il grande imam di Al-Azhar, sceicco Ahmad Al-Tayyeb, massima autorità teologica dell’Islam sunnita.
I lavori del convegno entreranno nel vivo oggi, 11 settembre, con i panel tematici che proseguiranno anche domani prima della chiusura con la preghiera e l’appello di pace di tutti i leader di tutte le religioni presenti a Berlino.