Regge la tregua tra israeliani e palestinesi. Parzialmente riaperti i valichi

Vatican News

Il cessate il fuoco stabilito sabato sera non è stato ancora violato. Nei cinque giorni di violenza sono morte oltre 30 persone, tra le vittime palestinesi ci sono sette minori. Percorribili i valichi di Erez e di Kerem Shalom. Tensioni in Cisgiordania

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Nella Striscia di Gaza e in Israele sembra reggere il cessate il fuoco stabilito sabato sera alle 22.00 e che ha messo fine a cinque giorni di violenza, i peggiori dall’agosto del 2022, costati la vita a 35 persone, 34 palestinesi e un israeliano, e che hanno provocato il ferimento di circa 240 persone da ambo le parti. Tra le vittime palestinesi, è la stima dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, vi sarebbero 13 civili, tra loro sette minori, e anche sei comandanti militari di diversi gruppi armati palestinesi. Sempre secondo le Nazioni Unite, inoltre, a Gaza le case distrutte dai raid israeliani sarebbero oltre 50 e gli sfollati ammonterebbero a circa 950 persone.

La riapertura dei valichi

Il ministero della Difesa israeliano ha nel frattempo annunciato la riapertura parziale e graduale del valico di Erez, dove passano i palestinesi per andare in Israele, e di quello di Kerem Shalom, unico punto di attraversamento israeliano per le merci destinate alla Striscia di Gaza. La completa apertura dei valichi, hanno quindi spiegato gli israeliani, sarà possibile “dopo ulteriori valutazioni della situazione”. Sempre le autorità israeliane hanno revocato le restrizioni di movimento per coloro che, per il pericolo rappresentato dai lanci di razzi da Gaza, avevano trascorso gli ultimi giorni nei rifugi.

Le reciproche minacce

Israele e la Jihad islamica si sono impegnati a rispettare il cessate il fuoco, avvertendo però che non esiteranno a riprendere le ostilità se l’accordo non verrà rispettato. Il premier israeliano Netanyahu ha definito l’operazione di cessate il fuoco come “perfettamente eseguita”, minacciando però coloro che ha definito “nemici di Israele a Gaza”, di poterli scovare in qualsiasi luogo e momento. La Jihad ha invece messo in guardia Israele da “qualsiasi azione stupida o assassinio di comandanti della resistenza palestinese”.

Violenza in Cisgiordania

La tensione si è intanto registrata in Cisgiordania, dove si sono verificati scontri e dove l’esercito israeliano avrebbe arrestato due palestinesi, a Nablus, sospettati di aver ferito due soldati lo scorso 25 marzo a Huwara.