Quella gioia dell’incontro che unisce riflessione e riposo

Vatican News

Marina Tomarro – Città del Vaticano

Riscoprire la gioia del confronto e della scoperta dell’altro, attraverso una serie di incontri che raccontino gli aspetti meno conosciuti di personaggi provenienti dal mondo del sociale, della musica, dell’economia e della politica, in una dimensione più spirituale, attraversando, nello stesso tempo, uno dei territori più belli e particolari della Sardegna, quello dell’Ogliastra. È questo l’obiettivo della settima edizione degli incontri, dibattiti concerti e spettacoli, promossi dalla Pastorale del Turismo delle Diocesi di Lanusei e di Nuoro, che ha come filo conduttore il tema “Quanto corri! Dove vai?”. Sette edizioni, in cui si è cercato non solo di raccontare un territorio, anche attraverso le arti visive come la fotografia e i filmati, ma pure di offrire un’accoglienza differente ai tanti turisti che soprattutto in estate si recano in villeggiatura in quei luoghi, che potesse essere un momento non solo di svago ma anche di riflessione.

Un’occasione di riflessione interiore

“Gli incontri sono stati suddivisi tra Tortolì per la diocesi di Lanusei e Nuoro”, spiega monsignor Antonello Mura, vescovo di entrambe le diocesi. “Abbiamo scelto gli ospiti pensando a quello che potevano raccontarci sul tema di questa edizione, sulle loro esperienze di vita, cercando di coniugare momenti di musica e di cultura con altri maggiormente rivolti alla riflessione e all’approfondimento”. Tanti i nomi noti che partecipano a questi incontri. Tra gli altri, il soprano Katia Ricciarelli, l’economista Carlo Cottarelli, il paroliere Mogol, gli attori Neri Marcorè e David Riondino, il professore Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute italiano, il comico Dario Vergassola, il procuratore Nicola Grattieri, l’allenatore Gianfranco Zola, il gruppo musicale dei The Sun, il tenore Marco Voleri che sarà intervistato da padre Antonio Spadaro. “Ogni ospite – riferisce ancora monsignor Mura – viene invitato a riflettere sul suo cammino personale partendo proprio dalla domanda, dove vai? Ognuno di loro con la storia personale e professionale diventa una scoperta nuova. Questi temi che affrontiamo, necessitano la riflessione di capire dove ci stiamo dirigendo, a volte correndo troppo e ignorando la presenza degli ultimi, di come affrontare l’educazione delle nuove generazioni, della scienza che non sempre ci può dare certezze, come la pandemia ci ha dimostrato”.

Ascolta l’intervista al vescovo Antonello Mura

Un cammino notturno insieme a Maria

Uno degli avvenimenti più sentiti è stato sicuramente il pellegrinaggio notturno a piedi, che si è svolto lo scorso 14 agosto, guidato dal vescovo Antonello, che ha attraversato spiagge incantevoli e pinete per giungere a Santa Maria Navarrese. “Inseguendo l’alba con Maria – spiega Mura – è stato il tema di un evento molto emozionante e partecipato. La Veglia fatta alla vigilia della festa dell’Assunta, ha voluto segnare anche in senso mariano il nostro percorso, ed è stata molto sentita. Lungo il cammino c’era la possibilità di pregare, riflettere e chi lo desiderava di confessarsi”.

Il fuoco che distrugge e lascia desolazione

E parlando delle bellezze della natura nell’isola, il pensiero del vescovo non è potuto non andare al dramma degli incendi violenti che hanno colpito buona parte della Sardegna. “In questo momento la situazione sembra più tranquilla – spiega il presule – anche se ci sono ancora diversi focolai. Ma nei giorni scorsi, soprattutto nella zona di Oristano, si è verificato un incendio molto  pericoloso. Non serve, tuttavia, solo indignarci di fronte a questi avvenimenti, è necessario che coloro che hanno responsabilità politiche a riguardo preparino delle misure per prevenire e puniscano coloro che vengono scoperti a fare questi atti terribili. Perché purtroppo l’indignazione una volta esaurita lascia spazio ad uno spettacolo desolante. E questo lascia tutti i sardi che sono consapevoli della bellezza dei luoghi in cui vivono, quasi rassegnati. Il pericolo più grande che vedo è una sorta di rassegnazione di fronte ad un modo di operare che va bloccato e punito quando è il caso”