Presidenziali in Zambia, i vescovi: no alla violenza in politica

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Isabella Piro – Città del Vaticano 

È un forte appello a non usare la forza e la violenza per raggiungere i propri obiettivi politici quello lanciato da Monsignor Ignatius Chama, arcivescovo di Kasama e presidente della Conferenza episcopale in Zambia (Zccb), in vista delle elezioni generali di oggi 12 agosto. Il Paese africano va alle urne per scegliere il Capo dello Stato e i membri dell’Assemblea nazionale. In preparazione all’appuntamento elettorale, domenica 1° agosto, presso la Cattedrale anglicana della Santa Croce, a Lusaka, si è svolto un momento di preghiera ecumenica per la pace. “Come Chiesa – ha detto il presule nel suo intervento – crediamo fermamente che tutte le parti interessate al processo elettorale debbano dimostrare il loro impegno per la pace astenendosi dalla violenza, dall’intimidazione e dall’uso della forza come mezzi per raggiungere i loro scopi”. “La violenza – ha aggiunto – appartiene alla politica dell’età della pietra, e l’intimidazione non produce vincitori, bensì ulteriori problemi”.

Serve vera umiltà per un voto libero e giusto

“Per avere elezioni libere, eque e pacifiche siamo chiamati ad avere lo spirito della vera umiltà”, ha detto ancora l’arcivescovo di Kasama, esortando a non vedere in questa virtù “un segno di debolezza”, ma “un elemento di grandezza”. È proprio a causa di questa “visione distorta”, infatti – ha spiegato – che a volte “i leader politici sono pronti ad umiliare i loro avversari ed a proteggere esclusivamente i propri interessi, a spese dei più deboli e dei più poveri”. Ma un simile atteggiamento, ha ribadito il presule, non è altro che “la ricetta per un conflitto”.

Di qui, l’appello del presidente della Zccb a tutti i cittadini a praticare la gentilezza, che significa “ragionevole leggerezza, non debolezza”. Essa, infatti, “è la virtù dei costruttori di pace ed implica l’avere la forza interiore di non reagire di fronte alle provocazioni”. L’auspicio del presule, dunque, è che “i politici zambiani, compresi quelli più intransigenti, così come i loro seguaci, siano davvero gentili gli uni con gli altri prima, durante e dopo le elezioni, al momento della proclamazione dei vincitori”. Un’ulteriore virtù richiamata dal presule è stata quella della pazienza che significa “il sopportarsi a vicenda con carità”. “Pazienza significa, letteralmente, essene lenti all’ira – ha spiegato monsignor Chama – ovvero non esplodere di fronte ad una provocazione fatta da un’altra persona”.

In quest’ottica, il presidente dei vescovi ha ribadito che “è giunto il momento di comprendere che la pace non è semplicemente l’assenza di guerra o il mantenimento del potere tra nemici. Piuttosto, essa è il frutto della giustizia e dell’amore che tutti noi dobbiamo mettere in pratica, in quanto figli di Dio”. Infine, l’Arcivescovo Chama ha concluso il suo intervento con un appello: “Zambiani, ovunque voi siate, vi chiedo di scegliere di lavorare per la pace e vivere oppure di scegliere di lavorare per la violenza politica e morire”.

Sfide e difficoltà di un Paese in crisi

A sfidarsi alle urne che chiuderanno alle 18:00 (16:00 GMT) , cui si prevede accedano sette milioni di elettori in questo paese di 17 milioni di persone sono il Fronte patriotico (Patriotic front – Pf), guidato dal presidente Edgar Chagwa Lungu, che cerca la rielezione per un secondo mandato di cinque anni, e le varie opposizioni, tra le quali il principale antagonista è il Partito unito per lo sviluppo nazionale (United party for national development – Upnd), capitanato da Hakainde Hichilema. Ma le consultazioni si annunciano difficili: nelle ultime settimane, infatti, le tensioni tra i due schieramenti sono cresciute, con episodi di violenza perpetrati da entrambe le parti a colpi di machete ed asce. Già a giugno la Commissione elettorale aveva sospesi i due partiti dalla campagna elettorale nella capitale e in altri tre distretti, a causa di scontri. Ulteriori divieti riguardano le campagne elettorali porta a porta che non possono essere condotte da gruppi superiori a tre persone, mentre il governo ha dispiegato l’esercito e l’aeronautica per aiutare la polizia a mantenere l’ordine.

Da ricordare lo Zambia non è nuovo a periodi elettorali critici: nel 2016, infatti, le votazioni presidenziali furono segnate da scontri, violenze e censure alla libertà di stampa, nonostante fossero le prime tripartite dopo l’introduzione del multipartitismo nel Paese, avvenuto solo nel 1991, al termine della lunga presidenza di Kaunda. Il 2020, inoltre, ha visto un acceso dibattito tra il Fronte Patriottico e le forze di opposizione che contestano all’esecutivo episodi di corruzione ed altre attività illecite, come traffico illegale di legname, appalti attribuiti con criteri sconosciuti, assegnazione di nuove concessioni minerarie a compagnie straniere e gestione poco trasparente dei fondi dello Stato.