Anna Poce – Città del Vaticano
La 15.ma edizione del Presepe vivente più grande d’Europa, dedicata quest’anno ai bambini scomparsi, è stata inaugurata domenica scorsa a Priscos, alla presenza del sindaco di Braga, Ricardo Rio, di monsignor Jorge Ferreira da Costa Ortiga, arcivescovo emerito di Braga, e di Filomena Teixeira, la madre di Rui Pedro, un giovane scomparso da Lousada 23 anni fa.
La piaga dei bambini scomparsi
La Parrocchia di San Giacomo di Priscos, dedicando l’iniziativa ai bambini scomparsi, ha voluto incoraggiare la popolazione a riflettere su una piaga mondiale. Secondo i dati della Commissione Europea, ogni anno in Europa scompaiono almeno 250.000 bambini, il 60% dei quali sono adolescenti in fuga da situazioni di abuso all’interno della famiglia. In Portogallo, secondo i dati diffusi dalla Polizia giudiziaria nel 2019, ogni anno vengono denunciati circa 1400 bambini scomparsi, il che corrisponde a quattro sparizioni al giorno o una ogni sei ore.
“L’obiettivo di questa iniziativa – ha sottolineato il parroco di Priscos, padre João Torres – è incoraggiare la popolazione e i media a riflettere su tutti i bambini di cui è stata denunciata la scomparsa e diffondere un messaggio di speranza e solidarietà a livello internazionale ai genitori e alle famiglie che stanno vivendo questo dramma”, nonché spingere le autorità a riflettere sulla prevenzione e sulle strategie da attuare con gli enti responsabili dell’educazione, della giustizia e della sicurezza.
Anche monsignor Ortiga, in questa occasione – riporta l’agenzia Ecclesia -, ha sottolineato come il presepe “abbia sempre una lezione” da dare. Così, anche il Presepe Vivente di Priscos ha la caratteristica di lanciare “una proposta, un allarme e una denuncia”. “È importante – ha affermato il presule – essere consapevoli che i bambini continuano a scomparire e la società deve fare in modo che questo non accada”. Il presepe – ha concluso – parla della famiglia ed è all’interno della famiglia che il bambino deve crescere, “da qui l’importanza di questo presepe”.
Una storia antica e sempre nuova
Nato nel dicembre 2006, il Presepe Vivente di Priscos dà l’opportunità ai visitatori di fare un viaggio indietro nel tempo. Circa 600 comparse, in uno spazio di circa 35.000 mq, e più di 90 scenografie, con riferimenti alla cultura egizia, ebraica, romana, assira, greca e babilonese, permettono di rivivere una storia antica e sempre nuova.
Non mancano alcuni dei mestieri che esistevano a quei tempi: il fabbro che forgia e tempera il ferro, il calzolaio che rammenda i sandali rotti, i segantini che tagliano la legna, i contadini che organizzano i loro strumenti di lavoro, il tessitore al telaio che lancia fili di lana, il vasaio che plasma l’argilla, il fornaio che impasta la farina, tra molte altre scene dell’epoca, e, naturalmente, la famiglia di Nazareth. I visitatori possono godere di un’ampia offerta gastronomica, disponibile nelle varie case dei “villaggi ebrei e romani”. Possono assaggiare “pane di Cesare”, “idromele”, “posca”, ossia una bevanda di acqua e aceto, caldarroste, caffè in pentola, vino ebreo, pane romano, amarene, dolci romani e il famoso budino “Abade de Priscos”.
Il Presepe offre solitamente ai visitatori 4 grandi spettacoli: “Il matrimonio ebraico”, “Il corteo di luce”, “Il giudizio” e “Il funerale”. Al suo interno c’è anche la possibilità di venire a contatto con animali veri. Tuttavia, l’attrazione principale resta la Grotta, larga più di 10 metri, con le figure bibliche di Maria, Giuseppe, il bambino Gesù, la mucca e l’asino.
Le costruzioni sono realizzate, con passione ed esperienza, dagli abitanti di Priscos e dai detenuti della prigione di Braga. Uno sforzo, per far rivivere l’evento che ha cambiato la storia del mondo, che “coinvolge tutta la comunità” – ha precisato il sindaco di Braga -, al punto tale da diventare, nel corso degli anni, “un riferimento, non solo religioso, ma anche turistico”.
Quest’anno, i visitatori potranno visitare il presepe nelle date: 12, 19 e 26 dicembre 2021 e 2, 8 e 9 gennaio 2022.