Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Nella Repubblica Domenicana fino al 18 agosto, come rappresentante del Papa, per la chiusura dell’Anno giubilare indetto nel centenario dell’incoronazione canonica della Vergine di Altagracia, patrona del Paese, il sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, monsignor Edgar Peña Parra, ha celebrato oggi a Higüey, nella basilica cattedrale di Nostra Signora di Altagracia, la Messa che ha preceduto il pellegrinaggio dell’immagine della Madonna verso Santo Domingo. Un cammino che “non è una semplice processione devozionale”, ha detto il sostituto, “ma un impegno con Dio” per portare nel mondo quel Gesù ricevuto nell’Eucaristia, “testimoniandolo quotidianamente con una vita coerente con il Vangelo”. Un impegno di tutti, ha aggiunto monsignor Peña Parra, il cui frutto sarà che la nazione “continuerà ad essere una terra consacrata a Maria dove regna Gesù, come lo è stata negli ultimi cento anni”.
Il significativo dipinto di Nostra Signora di Altagracia
Il sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato ha iniziato la sua omelia trasmettendo ai fedeli il saluto di Papa Francesco, quindi si è soffermato sul dipinto che ritrae la Vergine di Altagracia. Maria è raffigurata mentre “guarda il Bambino con atteggiamento orante e contemplativo, e custodisce tutto nel suo cuore”. Un atteggiamento di adorazione che “evoca l’Eucaristia”; sembra infatti, che il Bambino sia posto su un altare, osserva il presule, “offrendo sé stesso come Pane vivo per la vita del mondo”. Alle spalle di Maria San Giuseppe, che sembra avvicinarsi furtivamente, quasi a non voler interrompere il “dialogo d’amore tra il Figlio e la Madre”; dietro di lui una porta aperta. Ed è proprio su Giuseppe – vestito con un mantello rosso e il capo coperto, e con una candela nella mano sinistra e la destra a proteggerne la fiamma – che monsignor Peña Parra richiama l’attenzione, su quell’atteggiamento da viandante, “di colui che deve dire a Maria che è ora di mettersi in cammino, portando umilmente una candela per illuminare colui che è portatore della Luce del mondo”. “Anche noi rivolgiamoci a Maria con questa intenzione – ha affermato il sostituto – chiedendole di uscire con noi, sulla strada della vita e della storia, per accompagnarci in questo cammino della Chiesa domenicana”.
Contemplazione e cammino
Proprio le movenze di Maria e Giuseppe richiamano alle due sfaccettature dell’Eucaristia, ha fatto notare monsignor Peña Parra, che “da un lato è contemplazione e incontro, accoglienza e adorazione, dall’altro è Pasqua, passaggio, chiamata a mettersi in cammino e nutrimento per il viaggio”. E infatti, quando ascoltiamo la Parola di Dio, quando si incontra Gesù nei sacramenti, “e soprattutto quando lo riceviamo nella comunione eucaristica”, ha proseguito il sostituto, Cristo “viene a noi, viene nel nostro mondo; stiamo vivendo la stessa esperienza che contempliamo con stupore nel dipinto della Vergine di Altagracia”. Ma allo stesso tempo, un tale incontro “lungi dall’eludere la realtà o dal fungere da rifugio per proteggerci dal mondo” ha aggiunto monsignor Peña Parra – ci chiama a combattere, a schierarci per Gesù, come vediamo in Giuseppe, a portarlo ovunque Egli ci chieda di andare”. E “come a Giacomo e Giovanni”, spiega il presule, “Gesù chiede a tutti noi se siamo pronti ad abbracciare la sua croce come abbiamo promesso nel battesimo, per incendiare questa terra con il fuoco del suo amore”.
Seguire Gesù insieme alla Chiesa e al Papa
E se ci si sente incapaci di seguire Cristo perché “deboli e peccatori”, basta guardare a “questo nugolo di testimoni” – invita il rappresentante del Papa -, Maria, Giuseppe, Geremia e “tutti coloro che hanno rischiato per Dio e si sono affidati a lui, e “correre con perseveranza nella corsa che ci tocca, rinunciando a tutto ciò che ci ostacola e al peccato che ci assilla”. L’invito di monsignor Peña Parra ai fedeli è a correre “con alacrità, senza esitazioni, come Chiesa”, insieme ai vescovi e a Papa Francesco, “con costanza, sapendo che la strada è lunga, che lo spirito è pronto, ma la carne è debole e abbiamo bisogno della forza di Dio e dell’amore dei fratelli per sostenerci”. “Per questo – continua il sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato – dobbiamo accettare rinunce, essere vigili e pregare, per non cadere in tentazione. Ma, soprattutto, tenendo sempre lo sguardo fisso, come Maria, su colui che completa la nostra fede. Vedere Gesù nell’Eucaristia come lei lo vedeva, tenero bambino tra le sue braccia; potente profeta in mezzo al suo popolo; vincitore del peccato e della morte sulla croce; nella sua gloria ‘seduto alla destra del trono di Dio’”. Infine monsignor Peña Parra ha esortato a pregare Maria, per ottenere sostegno nel cammino della vita, e chiederle “di darci la costanza obbediente di San Giuseppe, la sua semplicità e umiltà nel servizio”.