Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Cinque fasi principali, dall’alba al tramonto, scandiscono le ventiquattro ore memorabili del giorno di Pasqua. Il volume “Il giorno di Pasqua nell’arte” le ripercorre attraverso i racconti dei quattro Vangeli e con l’aiuto del linguaggio immediato e senza tempo della pittura.
La tomba vuota e le donne
La giornata si apre con la scoperta della tomba vuota, la mattina presto, da parte delle donne e di Maria Maddalena, recatesi con gli aromi per onorare il defunto: incontrano uno o più angeli, portatori di un annuncio sconvolgente. A rappresentare magistralmente gli occhi femminili increduli, ancora gonfi di lacrime, nel 1890 è il pennello di William Adolphe Bougueraeau. Composto e pacato lo stupore delle mirofore nella tela datata 1815 di Peter Von Cornelius della Neue Pinakothek di Monaco di Baviera. Successivamente è il Risorto stesso ad apparire ad alcune donne, o secondo altri racconti solo a Maria Maddalena che, riconosciutolo, tenta di abbracciarlo, fermata nel suo slancio dal celebre ‘Noli me tangere’. La scena è inserita da Jan Brughel il Giovane nel 1630 all’interno di un giardino brulicante di ortraggi di ogni genere.
La corsa e l’incredulità
Segue la corsa della donna ad annunciare la notizia agli apostoli, con Pietro e Giovanni che decidono di andare a verificare e scoprono il sepolcro vuoto. Vibrante di emozione è l’olio di Eugène Burnand: lo sguardo dei due uomini rivela incredulità, speranza, impazienza di toccare con mano quanto ascoltato. L’esperienza eccezionale dei discepoli di Emmaus è il quarto incontro, illustrato dai mosaici realizzati nel VI secolo a Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna. I due lungo la strada conversavano di tutti gli incredibili eventi delle ultime ore e si ritrovano, senza riconoscerlo in un primo momento, a parlare e cenare proprio con Lui: il Risorto.
Dalla paura alla speranza certa
A concludere la lunga, movimentata e luminosa giornata è l’apparizione del Signore, a tarda notte, agli Undici Apostoli chiusi per paura nel Cenacolo. La reclusione di questi ultimi, caratterizzata da paura, tristezza e sconvolgimento, è dipinta dal contemporaneo russo Andreï Nikolaïevitch Mironov. Mentre una miniatura di un codice del 1476, conservato alla Biblioteca Reale di Torino, ritrae la scena di Gesù che si mostra ai suoi amici. Alle parole scritte dell’autore del libro, il teologo François Boespflug, si associa l’efficacia narrativa e visiva di immagini ricche di fascino che consentono di far rivivere il fluire di sentimenti nelle ore di quella giornata cruciale: dalla disperazione al dubbio, dalll’incredulità alla gioia incontenibile per la vittoria di Cristo sulla morte.