Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
“Perseverare nell’umiltà, nella fedeltà alla preghiera”, per essere veramente un vescovo pastore e “non cedere allo scoraggiamento e alla tiepidezza”, e tantomeno trasformarsi “in un semplice funzionario che lavora a ore e poi si sente libero di perseguire i propri interessi e attività”. È con questo mandato che il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha conferito l’ordinazione episcopale a monsignor Mark Gerard Miles, nominato lo scorso 2 marzo dal Papa Nunzio Apostolico in Benin e Togo. Missione che il presule inizierà il prossimo 3 maggio. La cerimonia si è svolta nel pomeriggio di ieri, domenica del Buon Pastore, nella Europa Point sports hall a Gibilterra (Gran Bretagna), terra in cui il nuovo vescovo è nato nel 1967 e ordinato sacerdote nel 1996.
Alla celebrazione presieduta dal cardinale Parolin, hanno preso parte circa 800 persone, inclusi diversi rappresentanti della Santa Sede, per la quale monsignor Miles ha prestato servizio per anni: prima, dal 2003, nelle Rappresentanze pontificie di Ecuador, Ungheria e presso la Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, poi, dal 2019, come Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione degli Stati Americani (O.S.A.). Tra gli ospiti, erano presenti il segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher; il prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il cardinale Luis Antonio Tagle; il nunzio apostolico in Gran Bretagna, monsignor Claudio Gugerotti.
“Un vescovo con il cuore di padre”
Nella sua omelia, il cardinale Parolin ha definito l’ordinazione “un’occasione gioiosa”, in quanto segno della “vitalità della Chiesa di Gibilterra, che continua a suscitare buone vocazioni sacerdotali e a metterle al servizio della Chiesa universale”. Ha quindi esortato, nella Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, “a continuare a pregare per le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, sia qui che in tutto il mondo”. Il porporato ha quindi ricordato le parole del Papa nel messaggio per questa Giornata, ovvero l’invito a “guardare a San Giuseppe come modello della vocazione alla paternità spirituale” e ad “avere il cuore di un padre”. Un cuore, cioè, “aperto, generoso, saldo e compassionevole”, ma al contempo un cuore capace di rafforzare i fedeli “nell’unità e nella carità” e di “difenderli dai lupi che attaccherebbero i deboli nella fede e i più bisognosi di protezione”.
Per essere “quel tipo di vescovo” con quel “tipo di cuore”, bisogna coltivare quotidianamente l’amore per Gesù, “il Buon Pastore che è andato alla ricerca delle pecorelle smarrite, che ha confortato i poveri e gli scoraggiati”. “Solo attraverso una costante docilità ai doni dello Spirito Santo riversati nella tua ordinazione, tu, come vescovo, troverai la forza necessaria per perseverare nell’umiltà, nella fedeltà alla preghiera e nella crescita nella vita spirituale, e nello zelo incessante per l’apostolato. Coltivando questi doni, troverai la forza di non cedere allo scoraggiamento e alla tiepidezza”, ha detto il Segretario di Stato vaticano. “In questo modo – ha raccomandato al nunzio -, non sarai come il mercenario che fugge davanti ai pericoli perché non si preoccupa del gregge. Né ti trasformerai in un semplice funzionario che lavora a ore e poi si sente libero di perseguire i propri interessi e attività. Invece, sarai un pastore a immagine del Buon Pastore, pronto a dare la vita per le pecore”.
Il cardinale ha affidato la nuova missione di monsignor Miles alla “amorevole protezione” di Santa Maria Incoronata, venerata come Nostra Signora d’Europa, di san Bernardo, protettore di Gibilterra, e del patrono San Marco. Ha infine concluso assicurando: “Mentre ti prepari ancora una volta a passare oltre le Colonne d’Ercole al servizio di Cristo e della sua Chiesa, ti accompagniamo con il nostro affetto e le nostre preghiere”.