Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
“Desidero salutare con soddisfazione la partenza dai porti dell’Ucraina delle prime navi cariche di cereali. Questo passo dimostra che è possibile dialogare e raggiungere risultati concreti, che giovano a tutti”. Francesco, nei saluti del dopo Angelus, fa riferimento ai risultati finora ottenuti dopo l’importante accordo siglato lo scorso 22 luglio a Istanbul da Mosca e Kiev, con la mediazione di Turchia e Nazioni Unite e che ha permesso finora la partenza di navi da carico dai porti ucraini.
Pertanto, tale avvenimento si presenta anche come un segno di speranza, e auspico di cuore che, seguendo questa strada, si possa mettere fine ai combattimenti e arrivare a una pace giusta e duratura.
Purtroppo però la situazione resta ancora gravissima. L’allarme resta alto per la centrale di Zaporizhzhia. Nei pressi di quello che è il più grande complesso nucleare d’Europa, già gravemente danneggiato e dove si è stati costretti alla chiusura di un reattore, continuano a cadere decine dirazzi. Il rischio di disastro nucleare è molto reale, è l’allarme dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che chiede di metter fine a qualsiasi azione militare nei pressi del sito.