Il gesuita tedesco ha chiesto di essere sollevato dall’incarico a causa dei numerosi impegni, incluso quello come consulente per il Servizio per la salvaguardia della Diocesi di Roma. O’Malley: “Grati per il suo servizio. Continueremo la collaborazione per fare della Chiesa una casa sicura per tutti”
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
A causa dei numerosi impegni alla Pontificia Università Gregoriana e nella Diocesi di Roma ma anche in giro per il mondo per la lotta agli abusi, padre Hans Zollner, il gesuita tedesco tra i maggiori esperti nel campo della salvaguardia e della prevenzione, si dimette da membro della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, l’organismo istituito dal Papa nel 2014 per contrastare la piaga degli abusi del clero. Ad annunciarlo è il presidente della Commissione, il cardinale Patrick Sean O’Malley, il quale in una nota spiega che Zollner ha chiesto di essere sollevato dall’incarico in Vaticano “dopo aver riflettuto sulla sua recente nomina” a consulente per il Servizio per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Diocesi di Roma. Nomina avvenuta lo scorso 3 marzo.
Gratitudine per il suo servizio
Zollner è inoltre direttore dell’Istituto di Antropologia, Studi interdisciplinari sulla dignità umana e sulla Cura dei vulnerabili alla Gregoriana (fino all’aprile 2021 conosciuto come Centro per la Protezione dei Minori). “Alla luce di questo e di tutto e degli altri suoi incarichi”, il gesuita ha quindi chiesto di “essere esonerato dal suo incarico in Commissione e il Santo Padre – informa in una nota il cardinale O’Malley – ha accolto la sua richiesta con il più profondo dei ringraziamenti per i suoi tanti anni di servizio”.
Presenza costante
Padre Zollner era membro del gruppo fondatore della Pontificia Commissione, della quale Papa Francesco il 30 settembre 2022 aveva rinnovato la composizione, nominando dieci nuovi membri, di cui sette donne. Zollner era stato confermato. Come membro sin dalla istituzione dell’organismo, sottolinea il presidente, “è stato una costante presenza nel corso degli anni, poiché abbiamo visto la nostra Commissione crescere e trovare la sua strada come il centro di salvaguardia di tutta la Chiesa”. Il sacerdote, prosegue, “ha contribuito a modellare e implementare molti dei progetti e dei programmi che hanno trovato la loro origine nella Commissione deliberazioni, in particolare il Global Summit nel febbraio 2019”, ovvero il grande incontro convocato dal Papa in Vaticano con i presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo per riflettere sul male degli abusi e individuare strategie per contrastarlo.
La collaborazione prosegue
“Attraverso i numerosi corsi di formazione che ha fatto di vescovi e leader religiosi nel corso degli anni, viaggiando in tutto il mondo, è diventato un ambasciatore di salvaguardia e continuerà ad essere una presenza costante in questo importante lavoro attraverso i suoi ruoli di direttore dell’Istituto di Antropologia dell’Università Gregoriana e consulente della Diocesi di Roma”, scrive ancora il cardinale O’Malley, aggiungendo: “Non vediamo l’ora di continuare la nostra collaborazione con padre Hans nel nostro impegno comune per fare della Chiesa una casa sicura per tutti”.
Progressi nella lotta agli abusi
In una recente intervista alla sezione tedesca di Radio Vaticana – Vatican News, padre Zollner parlava di “progressi” nella lotta agli abusi nella Chiesa: “Era importante fare chiarezza ora”, aveva detto in merito all’aggiornamento da parte del Papa del Motu proprio Vos estis lux mundi. “L’ho sperimentato in prima persona in molti Paesi in cui mi sono recato e in molte Conferenze episcopali che mi hanno invitato. L’ho visto in tutto il mondo o con i nostri studenti, che vengono anche nel nostro Istituto di Antropologia dell’Università Gregoriana per essere formati sulla salvaguardia. Loro dimostrano che il livello di consapevolezza di cosa sia l’abuso e di quanto gravemente possa danneggiare le vittime rende necessario che noi, come Chiesa, affrontiamo insieme una politica coerente anche nel perseguire i colpevoli e gli insabbiamenti e che guardiamo anche a quale tipo di responsabilità istituzionale, a quali questioni sistemiche vengono effettivamente affrontate. Questo aspetto è migliorato in modo significativo grazie al Motu proprio, ma soprattutto grazie alla stessa protezione dei minori. E vedo già dei progressi”.