Fabio Colagrande e Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
È scattata a Padova la campagna per accogliere e raccontare ai visitatori in maniera interattiva la città del Trecento che dal 24 luglio è stata iscritta nel patrimonio dell’umanità. Nel corso della 44esima sessione estesa del Comitato del Patrimonio Mondiale, che si è svolta a Fuzhou in Cina, Padova Urbs picta, con ‘I cicli affrescati del XIV secolo’, è stata infatti inserita nella World Heritage List Unesco.
Una potenza innovativa nella storia dell’arte
Il dossier presentato, a cui si è lavorato per tanti anni, include un ‘sito seriale’ che comprende tutti i preziosi e grandi cicli affrescati del Trecento conservati in otto, tra edifici e complessi monumentali della città. Ricordiamo tra gli altri la Cappella degli Scrovegni, la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, il Palazzo della Ragione, la Cappella della Reggia Carrarese, in cui troviamo le tracce di alcuni straordinari artisti come Giotto, Guariento di Arpo, Giusto de’ Menabuoi, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona.
Nella motivazione del riconoscimento Unesco c’è la testimonianza e il modello di uno scambio di idee tra diversi ambiti culturali che questi affreschi rappresentano e la loro grande potenza innovativa, una tecnica che ha generato “un nuovo modo di vedere e rappresentare il mondo, annunciando l’avvento della prospettiva rinascimentale”.
Tecnica e spirito: la storia ce lo insegna
Dunque un patrimonio innovativo che ha dato grande soddisfazione anche alla diocesi e ai credenti tutti,che hanno collaborato alla candidatura: è il “contesto spirituale che ha prodotto simili bellezze”, spiega al microfono di Fabio Colagrande il vescovo monsignor Claudio Cipolla.
Un “patrimonio”, significa che questa bellezza è qualcosa di generativo certo, fa notare il presule, a partire da oggi: esso “ha unito tutta la città, ha visto la collaborazione di varie istituzioni, e per me già questo è un risultato importante”. Ma – aggiunge – l’esperienza fatta ci fa guardare anche al futuro, immaginando di poter essere spronati da questa storia ricca e centenaria ad esserne “degni intellettualmente e spiritualmente”. “Credo che sia questa l’attenzione da recuperare: apprezzare la tecnica ma anche i messaggi che quegli artisti hanno voluto comunicare con la loro arte: é interessante contemplare ciò che hanno lasciato per i contenuti spirituali che vi sono sottesi.”
Un messaggio che tocca il cuore di tutti non solo credenti
Si può parlare dunque di arte come testimonianza di fede, di “un Vangelo proclamato oggi da chi ci ha preceduto. Artisti e loro ispiratori”. Il messaggio che arriva – spiega ancora monsignor Cipolla – parla a tutti non solo ai credenti.”Tutti restano incantati e la sensibilità che tocca il cuore è una cosa importante che sà di umanità e di spiritualità”.
La bellezza “evangelizza”, se ne dice certo il vescovo di Padova: è una strada straordinaria che abbiamo a disposizione e questo “riconoscimento Unesco ci incoraggia a guardare e apprezzare i doni che abbiamo ricevuto e che sono del mondo intero, doni della società, di chi vuole camminare sulle strade antiche”.
Dialogo tra Chiesa e società sempre possibile
Anche dal dialogo tra Chiesa e società del passato che questi capolavori evidenziano, arriva un insegnamento per l’oggi. Riflettendo su questo monsignor Cipolla ci incoraggia: il nostro tempo non è “abbandonato dal Vangelo” e i segni artistici ce lo ricordano. Possiamo continuare a dialogare e ad arricchirci a vicenda.