Ieri sera a L’Aquila, allo Stadio Gran Sasso d’Italia, si è svolta la Partita del Cuore tra la Nazionale Italiana Cantanti e la Nazionale Politici. Obiettivo dell’incontro di calcio, che sarà trasmesso questa sera su Rai Uno, raccogliere fondi per il “Progetto accoglienza” della Fondazione Bambino Gesù di Roma e finanziare l’acquisto di un ecografo per il reparto di pediatria del San Salvatore a L’Aquila
Marina Tomarro – Città del Vaticano
Alla fine ha vinto la Nazionale Politici, battendo ai rigori la Nazionale Italiana Cantanti. Ma non è questa la cosa più importante della Partita del Cuore 2024 che si è giocata ieri sera a L’Aquila allo stadio Gran Sasso d’Italia. Infatti ciò che conta davvero è che abbia trionfato l’aiuto verso i piccoli pazienti. “L’Aquila – racconta il presidente del Bambin Gesù Tiziano Onesti – è una città che mi sta molto a cuore. Prima di tutto per un ricordo personale, perché ci ho insegnato anni fa all’inizio della mia carriera, e poi perché è una città che simboleggia proprio la speranza e la ricostruzione. Nonostante il terribile terremoto che l’ha colpita sta rinascendo di nuovo, perché la vita va sempre avanti. Ci hanno accolti con una grande festa, perché questa partita, non è una sfida ma viene fatta in nome dei bambini”
Donare attraverso il 45585
Tantissimi sono i pazienti che giungono ogni giorno da tutto il mondo all’Ospedale Bambino Gesù. Spesso i loro genitori sono costretti ad affrontare anche grandi difficoltà economiche per poterli fare curare in questa struttura di eccellenza. E proprio per dare loro una mano è nato il “Progetto accoglienza”. “Noi – spiega Onesti – accogliamo e assicuriamo un’assistenza non solo al bambino che vive un momento della sua vita molto complicato, ma anche alla famiglia che lo accompagna in questo percorso e spesso è molto provata dalla sofferenza. Questa è la nostra missione. Però tutto questo ha un costo, per questo abbiamo attivato per questa occasione un numero solidale, il 45585, che rimarrà operativo per alcuni giorni e che da la possibilità attraverso un sms di poter fare una piccola donazione. Questo serve a dare serenità, dignità e vicinanza a tutti i bambini e alle loro famiglie che vivono queste condizioni di dolore”
Lavorare in squadra come in una grande famiglia
La lontananza dalle loro case e dalla loro vita quotidiana è una delle maggiori difficoltà che i piccoli subiscono, soprattutto quando si tratta di lunghe degenze, dove il Bambin Gesù diventa un po’ una seconda casa. “Noi tutti cerchiamo di essere una grande famiglia – racconta ancora Onesti – dai medici, agli infermieri e ai caposala che hanno un ruolo molto importante tra il paziente, la famiglia e le cure. Ma ci sono anche tutto il personale religioso e i tanti volontari, che operano da noi ad ogni livello dall’accoglienza, all’aiutare a trascorrere le lunghe ore tra una cura e l’altra, ma anche sulla preparazione agli studi, in modo da supportare questi piccoli a non perdere l’anno scolastico”. Anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, quando è venuto in vista all’Ospedale pediatrico, “è rimasto molto colpito – osserva Onesti – da questa cosa che non conosceva, perché quando si pensa a un ospedale si considera solo la cura e basta. Invece la nostra è un’istituzione che da 150 anni porta avanti questa mission con uno spirito di dedizione, dove si butta il cuore oltre l’ostacolo, ed è questo che fa la differenza. Io ho visto tante realtà, ma la nostra è davvero particolare, perché è un sistema che si muove come una squadra, in armonia, proprio per cercare di stare vicino alle famiglie. Dai piccoli gesti quotidiani che fanno la differenza nei confronti del bambino al di là delle terapie, e tutto questo – conclude Onesti – vuol dire: sto vicino a te e non ti lascio mai solo”.