Nichols: con la pandemia in aumento il traffico di esseri umani

Vatican News

Lisa Zengarini – Città del Vaticano

La crisi del coronavirus ha creato una nuova “riserva” di vittime delle moderne forme di schiavitù e del traffico di esseri umani che esige un accresciuto impegno nella lotta contro questa piaga. Lo ha ricordato il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza episcopale dell’Inghilterra e del Galles, (Cbcew) in occasione della Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, celebrata ogni anno l’8 febbraio nella Festa liturgica di Santa Josephine Bakhita. “La pandemia sta seminando il caos” e “le reti criminali organizzate, che traggono uno spietato profitto dalla vendita dei nostri fratelli e sorelle come schiavi e come niente più che merci da sfruttare, stanno approfittando di questo caos”, ha affermato il porporato durante la Messa celebrata ieri sera nella cattedrale di Westminster, ricordando che oggi 40 milioni nel mondo sono vittime di questo turpe mercato.

Le ferite nel corpo di Cristo

“Si tratta di una ferita terribile nella carne dell’umanità e nel corpo stesso di Cristo” di fronte alla quale – ha affermato il cardinale Nichols nell’omelia – la Chiesa è chiamata a rispondere portando “l’onda lunga del Vangelo sulle nostre sponde” con l’esempio di persone come santa Josephine Bakhita. Ripercorrendo la vita esemplare della suora canossiana sudanese canonizzata nel 2000, che fu schiava lei stessa, l’arcivescovo di Westminster ha evidenziato che essa “insegna ancora oggi la bellezza dell’incontro con Gesù”. Il cardinale Nichols ha quindi voluto ringraziare tutti coloro che lavorano per la liberazione e per sostenere le vittime delle moderne forme di schiavitù, tra i quali ha ricordato tante religiose nel mondo e chi le sostiene e in particolare il Gruppo Santa Marta, l’alleanza globale di vescovi, comunità religiose e capi delle polizie creata nel 2014 per volere di Papa Francesco per sradicare il traffico di esseri umani. Infine, l’auspicio di un’azione più incisiva delle istituzioni nel Regno Unito contro questa piaga, attraverso l’investimento di maggiori risorse per aiutare le vittime e punire i trafficanti: “Oggi parliamo a nome di tutti i prigionieri della schiavitù per chiedere una maggiore reattività da parte del nostro Governo (…) e per un rinnovato impegno delle forze dell’ordine per individuare, fermare e perseguire i trafficanti. Oggi – ha concluso – seguiamo le orme di santa Giuseppina”.