La Croce Rossa sospende la propria missione su richiesta del governo di Managua. L’Alto commissario aggiunto per i diritti umani delle Nazioni Unite: le restrizioni allo spazio civico continuano, con ripetuti casi di detenzione arbitraria
L’Osservatore Romano
Il Nicaragua si allontana «sempre di più» dallo stato di diritto e in particolare «dalle libertà fondamentali, aggravando la sofferenza delle persone, alimentando l’esodo dei giovani e minando il futuro delle istituzioni democratiche». È il quadro tratteggiato dall’Alto commissario aggiunto per i diritti umani dell’Onu, Nada Al-Nashif, che a Ginevra ha aggiornato l’organismo sulla situazione del Paese centro americano.
Definendosi «scoraggiata», Al-Nashif ha denunciato che le autorità di Managua vanno avanti nel «perseguitare coloro che possono contribuire con una visione alternativa alla sfera pubblica come leader politici e indigeni, membri della Chiesa cattolica, attivisti e giornalisti». In tale contesto — ha sottolineato — le «restrizioni allo spazio civico continuano, con ripetuti casi di detenzione arbitraria contro coloro che esercitano le loro libertà fondamentali».
Soltanto ieri il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) aveva annunciato la fine della propria missione umanitaria in Nicaragua «su richiesta» del governo di Managua, secondo quanto riportato in una nota. Già chiuso l’ufficio nella capitale. Lo scorso maggio il Parlamento, controllato dal Fronte sandinista del presidente Daniel Ortega, aveva approvato all’unanimità lo scioglimento della Croce Rossa, attiva dal 1931, con l’accusa di aver violato la neutralità in manifestazioni anti governative. La rappresentanza regionale del Circ per il Messico e l’America centrale ha comunque ribadito la «disponibilità a riprendere il dialogo e l’azione umanitaria in Nicaragua».