Myanmar, a rischio centinaia di migliaia di bambini

Vatican News

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Un anno e mezzo è passato dal colpo di Stato in Birmania. 18 mesi in cui il Paese ha vissuto una crisi sociale ed economica, esacerbata dalla pandemia di Covid-19. Numerose le vittime, specie nelle settimane seguenti a quel primo febbraio 2021, così come è enorme il numero di sfollati interni. Si stima che attualmente siano quasi un milione e mezzo, di cui un terzo bambini. Ed è proprio ai più piccoli che questa settimana è andato il pensiero dell’attuale rappresentante permanente del Myanmar presso le Nazioni Unite, Kyaw Moe Tun, che ha chiesto aiuto per i cittadini più piccoli ancora presi di mira dalla giunta militare nel travagliato Paese del sud-est asiatico. 

Proteggere il popolo birmano 

Il diplomatico è intervenuto nella terza commissione, che si occupa di questioni sociali, legate agli affari umanitari o ai diritti umani, della 77.ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, invitando la comunità internazionale ad agire con tempestività e decisione di fronte alla situazione del suo Paese, in particolare per quanto riguarda la tutela della vita e dei diritti dei bambini. “È tempo che la comunità internazionale, compreso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, si assuma la responsabilità di proteggere il popolo birmano”, ha detto, ricordando il colpo di Stato dello scorso anno.

L’attacco a Sagaing

Kyaw Moe Tun ha menzionato in particolare un attacco militare contro una scuola nel villaggio di Let Yet Kone, nella regione di Sagaing, nel nord-ovest della Birmania, avvenuto il 16 settembre. A morire sono stati almeno 11 bambini, i cui corpi non sarebbero stati restituiti ai parenti. “Posso chiedere cosa hanno fatto questi studenti per meritarsi questa tragedia e questa morte insensata?”, ha insistitoSecondo gli inquirenti dell’Onu, il bombardamento del villaggio di Let Ke Kone potrebbe essere considerato un crimine di guerra. 

Vittime e sfollati 

Tom Andrews, Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Birmania, spiega che in questi mesi travagliati l’esercito birmano ha causato la morte di almeno 142 bambini e lo sfollamento forzato di oltre 250mila minori a causa di attacchi militari, con un pensiero particolare ai 1.400 detenuti arbitrariamente. Si ritiene che almeno 61 bambini, tra cui molti di età inferiore ai tre anni, siano attualmente tenuti in ostaggio. Almeno un milione e 300mila persone sono ancora sfollate in tutto il Paese, in gran parte a seguito del colpo di Stato, secondo il rapporto pubblicato questo mese dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari.