Musei Vaticani, cinquant’anni di arte contemporanea raccontati in un volume

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Il libro “Contemporanea 50: La Collezione Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani 1973-2023. Origini – Storia – Trasformazioni” ripercorre la storia della più giovane delle collezioni pontificie: tra tradizione e innovazione. La presentazione nel pomeriggio di giovedì 20 giugno

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

I Musei Vaticani celebrano il mezzo secolo di vita della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea voluta e inaugurata da Paolo VI in Cappella Sistina il 23 giugno 1973.

La presentazione del libro

A coronamento degli eventi commemorativi che hanno preso avvio con l’omonimo evento espositivo allestito dal 23 giugno al 24 settembre scorsi lungo l’intero percorso di visita dei Musei del Papa, giovedì prossimo alle 17.30, presso la Sala Conferenze delle collezioni pontificie avrà luogo la presentazione del volume “Contemporanea 50: La Collezione Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani 1973-2023. Origini – Storia – Trasformazioni”. La conferenza sarà introdotta dal direttore dei Musei Barbara Jatta, e vedrà la partecipazione di Elisabetta Cristallini, professoressa dell’Università degli Studi della Tuscia, e Giuseppe Appella, storico e critico d’arte. Saranno presenti le curatrici del volume, Micol Forti, Francesca Boschetti e Rosalia Pagliarani.

Ascolta l’intervista a Micol Forti

Cuore pulsante

“Erano 950 le opere conservate il 23 giugno del 1973. Sono oltre 9000 le opere che ora custodiamo e presentiamo al pubblico nei nostri ambienti”, spiega Micol Forti: “L’arte contemporanea deve essere uno strumento per pensare, ragionare, stimolare dubbi, domande, nuove conoscenze. Il dialogo fra le opere contemporanee e le opere di altre, di altre epoche e di altre civiltà non può che sollecitare nuovi punti di vista, nuove riflessioni. Questo è uno degli insegnamenti più alti che Paolo VI ci ha lasciato”. 

L’interno del volume “Contemporanea 50”

“La Collezione, oggi denominata di Arte Moderna e Contemporanea”, scrive nel volume Micol Forti, “rappresenta il cuore pulsante di uno specifico e meditato ‘progetto’ politico e culturale con cui, nel cuore del XX secolo, si è voluto affrontare l’inquieto legame che unisce la Chiesa e la cultura contemporanea, la Fede e l’Arte.  La nascita di questa Collezione deve essere considerata come la tappa di un percorso ben più vasto ed esteso, in costante trasformazione, la cui essenza e vitalità è proprio nel cammino, nel confronto con le forme e le espressioni della cultura del nostro tempo”.

Chiesa e arte

Le celebrazioni dei primi cinquant’anni di questa prestigiosa, sebbene ancora poco nota, collezione dei Musei Vaticani sono state aperte

L’interno del volume “Contemporanea 50”

Il libro analizza il binomio Arte e Fede, consolidatosi negli anni durante i diversi pontificati, e racconta lo sviluppo della Collezione stessa: le trasformazioni che nei decenni hanno interessato il percorso espositivo, le numerose mostre, le partecipazioni a importanti seminari e convegni, nonché la crescita esponenziale delle acquisizioni. Una storia che nell’articolato susseguirsi degli eventi porta il lettore a scoprire la straordinaria evoluzione della più giovane collezione dei Musei Vaticani, caratterizzata fin dalla sua nascita da un equilibrio fra tradizione e innovazione.

La copertina del volume “Contemporanea 50”

Stare dentro al nostro tempo

“È un volume”, scrive Barbara Jatta, “che chiarisce al lettore le idee e gli intenti alle origini della scelta di Paolo VI, racconta la storia e lo sviluppo della Collezione nei suoi primi anni di vita, sia dal punto di vista allestitivo che espositivo, definisce obiettivi e prospettive dei suoi anni centrali e di questi ultimi tempi, tracciando traiettorie per il futuro, all’interno di una visione curatoriale capace di rigenerarsi a ogni traguardo. Ne emerge un quadro di grande respiro, in cui le molte trasformazioni avvenute in questo mezzo secolo rendono conto della consapevole partecipazione dell’arte contemporanea alla vita dei Musei Vaticani, ma soprattutto della sua indispensabile esistenza all’interno del nostro dispositivo museale, come chiave per ‘stare dentro’ al nostro tempo, come lente per leggerlo, come logos per interpretarlo, nel solco ancora vivo del pensiero di Paolo VI”.