Mosca: nell’attenato dell’Isis coinvolti Kyiv, Usa e Gran Bretagna

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E’ salito a 8 il numero degli arresti dei presunti colpevoli dell’attacco terroristico alla Crocus City Hall che ha fatto 139 morti. In Ucraina si intensificano gli scontri

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La Russia sta combattendo per i suoi “interessi vitali”, ma i suoi avversari l’hanno “costretta a proteggere questi interessi con le armi” e a “combattere tutti coloro che hanno armato e addestrato per combattere la Russia sul territorio di un Paese vicino”, cioè l’Ucraina. Lo ha detto questo pomeriggio il presidente russo Vladimir Putin, citato dalla Tass.

La Russia risponderà con misure di rappresaglia

Il giorno dopo il riconoscimento da parte del capo del Cremlino della matrice islamica dell’attentato di venerdì scorso a Mosca, il capo dei servizi di sicurezza interni russi, Alexander Bortnikov, citato dalla Tass, ha oggi dichiarato che i risultati preliminari dell’inchiesta indicano un coinvolgimento anche degli Usa e della Gran Bretagna. La Russia risponderà con misure di rappresaglia all’attacco dei terroristi, ha proseguito, Bortnikov. Secondo quanto riferisce l’Agenzia di informazione internazionale russa Novosti, per Bortnikov, gli attentatori sarebbero stati “addestrati da Kyiv in Medio Oriente”. Intanto, la Corte di Mosca che si occupa della strage ha tramutato in arresto il fermo di un ottavo sospetto nell’attacco. Si tratta di Alisher Kasimov, originario del Kirghizistan ma cittadino russo. L’uomo che si dice innocente, è accusato di avere affittato un appartamento ai presunti terroristi.

Lukashenko: i terroristi in fuga verso Minsk

“Dopo la menzogna di Putin”, ora “le menzogne vengono ufficialmente diffuse dal segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Patrushev e dal capo dell’Fsb Bortnikov”, scrive su X il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak che si domanda: “Perché questa manifestazione dimostrativa di inadeguatezza collettiva?”. Una parziale smentita riguardo alla ricostruzione dei fatti immediatamente dopo la strage al Crocus City Hall arriva dal presidente bielorusso Alexsander Lukashenko, che ha affermato che i terroristi responsabili dell’attacco al teatro di Mosca in un primo momento avevano tentato di fuggire in Bielorussia e solo poi in Ucraina. Da parte sua, il portavoce per la politica estera dell’Unione Europea, Peter Stano ha ribadito come non ci siano prove di un coinvolgimento dell’Ucraina nell’attentato e ha invitato il Cremlino a non usare quanto accaduto come pretesto per aumentare l’aggressione contro il Paese.

Si intensificano gli attacchi in Ucraina

Sul terreno di guerra continuano gli scontri. La Russia ha intensificato i raid sull’Ucraina, in numero e potenza. Missili ipersonici sono stati lanciati nel pieno centro di Kyiv. Le regioni di Mykolaiv e Odessa sono state investite da una pioggia di droni nella notte di oggi, fino a sfiorare le frontiere occidentali dell’Ucraina, rischiando di sconfinare di nuovo verso il territorio Nato. Altri due vettori sono stati lanciati nella Crimea occupata, la contraerea ucraina è intervenuta abbattendoli, ma i detriti hanno colpito il centralissimo quartiere di Pechersk, a ridosso del fiume Dnipro, ferendo decine di persone. La Marina ucraina ha reso noto, attraverso i media nazionali, di aver messo fuori combattimento con un missile Neptune la grande nave russa da sbarco Kostyantyn Olshansky, che la Federazione russa aveva sottratto a Kiev nel 2014, mentre il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un’intervista ha ribadito la richiesta urgente di una nuova fornitura del sistema di difesa aerea Patriot, per contrastare i missili ipersonici russi.