Monsignor Mistò: Pelè dimostra che c’è un futuro possibile per tutti

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Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

L’esempio di un personaggio unico come Pelè non tramonta con la sua morte. L’eco mondiale che ha ricevuto la notizia della sua scomparsa, ieri sera, ci dimostra che, in particolare per le persone che hanno segnato la realtà sociale, c’è qualcosa di imperituro. A sottolinearlo, soffermandosi sulla figura del fuoriclasse brasiliano, è monsignor Luigi Mistò, docente di Teologia-Sacra Scrittura alla Libera Università Maria SS. Assunta (LUMSA) di Roma e presidente del FAS, il Fondo Assistenza Sanitaria della Santa Sede. 

Ascolta l’intervista a monsignor Luigi Mistò

Trasformare i sogni in realtà

Pelè, spiega monsignor Mistò, è “probabilmente il calciatore più grande di tutti i tempi” ed è “un mito assoluto del calcio”. Restano le sue gesta straordinarie e i suoi gol memorabili, tra cui quello segnato in Svezia nel campionato mondiale nel 1958 e quello realizzato di testa contro l’Italia nel 1970 in Messico. “Credo che la sua vita dimostri questo: tutti hanno la possibilità” di realizzare i loro sogni. Questo è un grande messaggio, anche per i giovani di oggi che “a causa della pandemia e della guerra in atto”, rischiano di vedersi “rubare il futuro”. Pelè dimostra che “c’è un futuro possibile per tutti”. Non importa il punto di partenza. E, anzi, quando questo punto di partenza è difficile – come è stata l’infanzia di Pelè segnata dalla povertà – ci può essere un sogno che, se coltivato, si tramuta in una realtà magnifica.

Un esempio per i giovani

Un altro messaggio importante, in particolare per i giovani, è quello di mettere a disposizione degli altri le proprie capacità. Come ha fatto Pelè, ricorda monsignor Mistò, negli incarichi istituzionali che ha assunto dopo il ritiro dal mondo del calcio, e attraverso l’impegno profuso nell’ambito del sociale come nelle battaglie, ad esempio, contro il razzismo. Pelè ha inoltre legato la sua carriera a due squadre: il Santos e nell’ultima fase il Cosmos di New York. Questo dimostra che ci si può impegnare in alcune strade e vincere le sfide lungo il cammino. Anche questo è un messaggio significativo: “Quando si coltiva un sogno – conclude monsignor Mistò – lo si deve perseguire con tenacia e pazienza”. E si deve portare avanti questo sogno, “anche con fatica e con sacrificio”.