Federico Piana – Città del Vaticano
“Eravamo arrivati al punto che molti padrini e madrine, durante la celebrazione, non facevano neanche la comunione”. Monsignor Domenico Mogavero non usa giri di parole per andare al cuore del problema: ” L’ufficio di padrino – afferma con schiettezza – ha perduto il suo significato originario limitandosi a una presenza liturgica puramente formale”. Ecco perché nella sua diocesi siciliana di Mazara del Vallo, che guida ormai da quindici anni, ha stabilito la sospensione della presenza dei padrini e delle madrine nella celebrazione del sacramento del battesimo dei bambini, della confermazione e dell’iniziazione cristiana degli adulti. Il decreto, in vigore dal 1° gennaio scorso ‘ad experimentum’ fino al 2024, ricalca quelli adottati da altre diocesi italiane e stabilisce che “ad accompagnare davanti al presbiterio chi deve ricevere il battesimo o la cresima saranno i genitori o chi ne ha curato la preparazione religiosa”. “Oggi i padrini e le madrine sono diventati figure irrilevanti. Non si sceglie più un uomo o una donna come punto di riferimento per la sua testimonianza di fede”, afferma il presule.
Quella del padrino o della madrina è una figura che si è svuotata di senso?
Certamente. Nel passato, soprattutto nella Chiesa antica, era significativa. Oggi è diventata una figura che ha creato problemi, anche in persone che non danno una testimonianza di fede profonda. Ci sono stati casi di ipocrisie e di falsità: molte persone, ad esempio, non hanno rivelato la loro condizione di divorziati-risposati o di essere lontani dalla fede e dalla pratica religiosa. Abbiamo notato che tutto era diventato apparenza. E poi c’è da sottolineare che il Codice di Diritto Canonico non impone, nelle celebrazioni, la presenza di un padrino e di una madrina.
Anche la scelta era diventata formale?
Veniva fatta in modo emotivo e, a volte, infantile. Più volte mi è capitato che mi venisse richiesta la dispensa dall’età utile per il padrinato per compagne di classe di dodici anni o per amichetti di giochi. Neanche i cresimandi si rendono conto di qual è il vero ruolo dei padrini e delle madrine.
E poi, quasi sempre, i padrini e le madrine scompaiono dopo la cerimonia, quando, invece, dovrebbero accompagnare per tutta la vita la persona che è stata loro affidata…
Le porto un esempio concreto. A giugno, quando avevo annunciato l’intenzione di emanare questo decreto, una persona mi ha incontrato e mi ha detto: io non vedo il mio padrino da quarant’anni. Quindi, abbiamo preso atto di una situazione già conclamata occupandoci della dignità dei sacramenti e del valore della testimonianza cristiana che non può essere abbandonata.
La figura dei padrini e delle madrine potrà essere recuperata?
Dipende molto da noi. Siamo stati noi – preti, vescovi e comunità cristiana – ad assistere allo svuotamento di senso di queste figure senza opporre alcuna resistenza. Quando ci siamo accorti che i padrini e le madrine si erano trasformate in figure coreografiche, buone solo per fare un bel regalo, avremmo dovuto reagire per invertire la tendenza. Non abbiamo fatto nulla ed ora dobbiamo avere il coraggio di mettere un punto fermo e di ricominciare con la presenza dei catechisti e di coloro i quali preparano alla cresima e ai sacramenti dell’iniziazione cristiana. Valorizziamo tali figure facendo comprendere quanto siano importanti anche nel cammino di apprendimento e di testimonianza del cresimato o dell’iniziato adulto. Se poi, un domani, qualcuno vorrà recuperare dal punto di vista dottrinale e teologico la figura dei padrini, ben venga: ma si deve ridare loro un vero senso compiuto.