Massiccio attacco nella notte e alle prime ore dell’alba su Kyiv nell’anniversario della fondazione della capitale, 1541 anni fa. Colpite anche altre zone. Abbattuti 37 missili da crociera e 29 droni kamikaze Shahed di fabbricazione iraniana. Danneggiate le infrastrutture portuali nella regione di Odessa. L’annuncio del presidente bielorusso Lukashenko: la Russia fornirà armi nucleari a qualsiasi Stato che si unirà all’Unione Russia-Bielorussia
Emanuela Campanile – Città del Vaticano
“Un’altra notte impegnativa per la capitale”, ha scritto il sindaco di Kyiv sul suo account Telegram. Ma ad essere prese di mira dai missili e dai droni di fabbricazione iraniana lanciati dall’esercito del Cremlino sono state anche altre città dell’Ucraina.
L’attacco e la contro offensiva
Un attacco durato quasi 5 ore – nella ricorrenza della fondazione della capitale Kyiv, 1541 anni fa – che tra i danni ha fatto registrare danni alle infrastrutture portuali nella regione di Odessa.
La questione F-16 e Nato
Quello della notte appena trascorsa, è il quindicesimo attacco dal cielo dall’inizio di maggio. Il capo dell’Aeronautica militare ucraina spera e dichiara nell’arrivo degli F-16. Irremovibile la posizione russa, il cui pugno di ferro su questa ipotesi ha le parole del ministro degli esteri Lavrov: “L’Occidente gioca col fuoco”. Dal capo dell’ufficio di presidenza di Zelensky: “La nostra miglior garanzia è entrare nella Nato.
La sorte dei bimbi ucraini deportati
Secondo il governo ucraino, dall’inizio dell’invasione russa sono in totale 16.226 i bambini ucraini che sono stati deportati in Russia, dei quali solo 300 sono rientrati nelle loro famiglie o comunque in patria, mentre in totale quelli che sono stati localizzati sono 10.513. Lo scrive il quotidiano britannico The Guardian, che oggi dedica a questa vicenda un reportage, che descrive la paura rivelata da alcune piccole vittime di questi veri e propri sequestri di persona. L’articolo parla anche di famiglie russe che hanno cercato di nascondere la presenza di un bimbo ucraino per non farselo portare via, rischiando di perdere i sussidi governativi.
Il giallo Lukashenko
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko – scrive il The Kyev Independent, citando media russi – ha affermato che la Russia fornirà armi nucleari a qualsiasi Stato che si unisca all’Unione Russia-Bielorussia. Tuttavia, è giallo sulle sue condizioni di salute: dopo la sua recente assenza alla cerimonia per la Festa della Bandiera, arriva il tweet del suo oppositore Valery Tsepkalo, già candidato alla presidenza. “Secondo informazioni preliminari, soggette a ulteriori conferme – si legge nel Tweet – Lukashenko è stato trasportato d’urgenza al Moscow’s Central Clinical Hospital dopo il suo incontro a porte chiuse con Putin. I principali specialisti sono stati mobilitati per affrontare le sue condizioni critiche”.